Il reazionario Cazotte nel catalogo Feltrinelli è la vera novità di questa edizione. In una col diavolo di Camilleri – che però, anti-compromissorio, è in regola. L’accoppiamento ha anche l’effetto di un reagente: il militantissimo Camilleri ha un diavolo stritolato dal “compromesso”, fra diavoli e angeli, l’ufficiale di Marina Cazotte, che si farà decapitare tra i primi dalla Rivoluzione nel 1792, ha un diavolo di sfrenata fantasia. Reazionaria, certo: il diavolo è una cagna, Biondetta. Ma con forti aporie. Biondetta è in realtà una Silfide, e capitana la rivolta delle Silfidi, le Salamandre, gli Gnomi e le Ondine contro i negromanti e gli spiriti del male. Nulla di diabolico, è anzi lo spirito della felicità confrontato all’orgoglio e all’inquietudine degli uomini che lo impediscono. Una sorta di utopia della felicità: “L’uomo fu una mistura di un po’ d’acqua e fango. Perché una donna non sarebbe fatta di rugiada, di vapori terrestri e raggi di luce, di frammenti d’arcobaleno condensati? Dov’è il possibile? Dov’è l’impossibile?”. È anche il rovescio del don Giovanni – un “tipo” che non ha attecchito e resta sorprendente: il tentatore tentato, il seduttore sedotto. A generi rovesciati, protofemminista: lei lo seduce, lui resiste, l’uomo è ordinario (“la mia innmorta era seducente ma io volevo che fosse mia moglie”). È alla fine un incubo, come il contemporaneo don Giovanni di Da Ponte e Mozart. Fino a che la “diabolica” Ondina ci rinuncia: “La vostra specie rifugge la verità: soltanto accecandovi è possibile rendervi felici”.
Con una nota dell’autore, nella premessa alla riedizione-rifacimento del 1776, che è una caricatura pregressa della scuola francese dominante di critica testuale e di retorica: “A venticinque anni, sfogliando l’edizione completa delle opere del Tasso, ci imbattemmo in un volume che conteneva la spiegazione delle allegorie racchiuse ne «La Gerusalemme liberata». Ci guardammo bene dall’aprirlo. Eravamo amanti appassionati di Armida, di Erminia, di Clorinda; saremmo stati privati di troppo piacevoli chimere , se quelle principesse fossero state ridotte a null’altro che semplici emblemi”.
Dell’epoca in cui la Spagna non era stata cancellata dalla storia: erano Spagna anche Napoli e i Paesi Bassi. Anche se tutti egualmente “demoniaci”. Non solo per i massoni e i liberi pensatori che popolavano l’immaginario delle lettere ma anche, evidentemente, per i buoni credenti.
Andrea Camilleri, Jacques Cazotte, Il diavolo tentatore-Il diavolo innamorato, Feltrinelli, pp. 121 € 8
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