La trilogia ha molti stilemi, procedimenti, caratterizzazioni, perfino forme dialogiche, della Bibbia. Fino alla rassomiglianza fisica del genio del bene e del genio del male. Con angeli-eroi – elfi, gobbi, santi – che impazziscono, eventi storici sempre subiti, vittorie straordinarie, semplici citazioni per le donne, popoli vicini e insieme lontani.
Anzi, ha quasi soltanto movenze bibliche, non c’è niente di altre saghe, se non i nomi di Tolkien, e poco di favolistico. È uno schema molto semplice: ricalca il linguaggio e il mondo che lo spettatore euro-americano sa riconoscere, ha assimilato.
Peter Jackson, Il Signore degli Anelli
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