Curioso campionario di snobismo estremo, se c’è questa disciplina. Di un io totale, che tutto rade, eccetto un vago rimpianto del tempo che fu, e di Schumann naturalmente, con i Lieder. Beniamino Gigli è un nano, Maria Caniglia, Gino Bechi, Gianna Pederzini roba per le matinées delle signore. Forse averli ascoltati nell’Alessandria che non c’è più avrebbe dato un’altra consistenza alla memoria, che non dà i voti (primi i Lieder?).
Bisogna rivederli, gli effetti della memoria. Nel caso di Terni anche dello sradicamento. Ma la memoria mal si concilia con lo snobismo, già nel noto caso – ogni memoria si sa che ora si vuole proustiana.
Paolo Terni, In tempo rubato
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