Sono due, segreti, i motivi di attrazione del racconto – ben sceneggiato ma non sorprendente. Uno è personale, la trasparente autobiografia di Soldati, figlio vittimista di madre castrante, pronubi i preti in collegio. L’altro è un fatto etico e sociologico, di sociologia politica e della famiglia: la gioventù e la gioventù negata, la libertà e il bigottismo (oggi della stessa libertà), la natura e l’educazione, le due morali, le due Italie. Un piccolo miracolo, duraturo.
Mario Soldati, La verità sul caso Motta
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