martedì 14 agosto 2012

Ombre - 142

I ribelli siriani mandano in rete torture e atrocità, proprie. I media “occidentali” non si esimono dal riprodurle, per lo spettacolo. Salvo esecrarle come “infiltrazioni di Al Qaeda”. Il ribelle infatti nell’“Occidente” è bello-e-buono, oltre che sacro. Anche se, come avviene nel Nord Africa e in Medio Oriente, è peggiore del tiranno abbattuto – inevitabilmente?
È un Occidente molto figlio del Muro che è caduto.

Il presidente Morsi che silura il generale Tantawi per metterci Sisi si vuole far passare come un cambiamento generazionale. Mentre sovverte un secolo di storia, la storia dell’Egitto contemporaneo.
Il generale Sisi, che i giornali dicono non sapere chi sia, per ignoranza?, è quello che ordinò il test di verginità alle donne che manifestavano a piazza Tahrir.

Facebook, tremila sì alla chiusura dell’Ilva a Taranto. Il giornale lo riferisce come se fossero una maggioranza. Per il fascino della mobilitazione. Mentre non sono niente, internet è un palco come si usava una volta nei teatri, solo più largo, per esibizionisti in gran numero. L’altra differenza è che quelli del palco non facevano notizia e neppure maggioranza.

Zeman ha con sé, conclude “Il Messaggero” analizzando la costante antijuventinità del tecnico, che “lancia provocazioni” ogni mese e quasi ogni settimana, il settanta o l’ottanta per cento degli italiani, quelli che non sono juventini. Con l’aria di approvarlo. Tutti “lanciatori di provocazioni” dunque. E questa è Roma, l’altra capitale d’Italia.

Zeman sarà popolare perché contesta tutto della Juventus, anche il nome. Ma poi nemmeno alla Roma gli vogliono bene. Non molti. Tra i tifosi – per la Roma non ha vinto niente e ha anzi sprecato molto. E tra gli atleti, alcuni da lui slombati, Totti per primo.

In città Zeman è ritenuto, più che un tecnico offensivo e trascinante, un grimaldello in mano al vendicativo Badini, il padrone (non tanto) nascosto della Roma. Un altro che ha sprecato molto senza mai vincere nulla, da ultimo in Inghilterra. Ma Baldini è uno che contro la Juventus può schierare i giudici, oltre che il settanta o l’ottanta per cento degli italiani.

Maria Antonietta Calabrò è sola a ricordare che il Vaticano è stato promosso da Moneyval, l’organismo europeo di valutazione, tra le piazze finanziarie che danno maggiore affidamento di trasparenza, “con molti passi avanti in poco tempo”. E non bocciato, come sostiene l’ex Gotti Tedeschi. È stato classificato alla pari con Germania e Italia, insiste domenica Maria Antonietta. Patetica? Lei o la stampa neo guelfa (neo democristiana per intenderci) che non sa fare senza scandalo?

Casini rilancia il grande Centro con l’incognita dei ministri. Quanti ministri di Monti passeranno con lui, e se è opportuno candidarli: Passera, Cancellieri, Riccardi, Ornaghi, Profumo, Balduzzi tra gli altri, la lista è lunga. Ma quanti voti ha Casini?

La giustizia sportiva ha dell’incredibile. Che giudica, insindacabile, un mercato da un paio di miliardi – oltre che di radicate passioni popolari. Questo sito aveva già messo in chiaro l’inaffidabilità e le pastette del Procuratore Palazzi e del giudice Artico. Ma che un giudice dica all’accusa le pene da richiedere, e lo stesso giudice e lo stesso procuratore dicano un pentito credibile contro alcuni e non contro altri, beh, questo quasi li rende simpatici, tanto sono ridicoli.

Il pentito del calcio buono solo a metà, salomonicamente, non è male. È buono per le accuse a Conte e alla Juventus, contro i giocatori del Torino no. Perché il presidente del tribunale è torinista.

Goldman Sachs, dunque, la preferita dagli italiani? La banca che si è liberata di Btp, e l’ha fatto sapere, è la consulente preferita di Monti. Che era a sua volta consulente di Goldman Sachs. Al di sopra di ogni sospetto: Costamagna e Monti sono due gentiluomini milanesi.

Ostica partita Ingroia-Ostellino sul “Corriere della sera” giovedì. Che si oppongono a vicenda la ragion di Stato, senza che nessuno ci capisca nulla. Ma quando Ingroia rimprovera Ostellino, l’ultimo liberale allo zoo, di ignorare “secoli di elaborazione del pensiero liberale da Locke a Tocqueville”, è sublime: è proprio palermitano, anzi ingroiano, un sovvertitore della sovversione – un mestatore?

Si accavallano da mesi paginate sui giornali milanesi contro i Ligresti, che hanno perduto la corsa a ostacoli per entrare nel paradiso milanese, la Sai con la Fondiaria e tutto il resto. Senza che la cosa interessi a nessuno. Giusto per la Schadenfreude, la gioia maligna per le altrui disgrazie, molto lombarda: sono una famiglia “siciliana”, devono soccombere.

All’improvviso, senza nessuna ragione, un ciellino milanese in carcere per gli affari con la sanità, un certo Simone, ha diritto a una pagina sul “Corriere della sera”. Con la libertà di dire in prima: “Sono prigioniero dei magistrati e dei politici”. Presentato come “l’imprenditore Simonne”. È amico di Rotelli? Sì. E chi è Rotelli? Il più grosso imprenditore in affari pubblici della Lombardia. Oltre che padrone in petto del “Corriere della sera”. Per conto di Bazoli, l’ultimo banchiere di Dio.

Che fine ha fatto “Famiglia Cristiana”? Quando c’era Berlusconi era ben viva, con Monti tace. La macelleria sociale è cristiana?

Per un anno Mediaset “crollava”: così “Republica” informava quasi quotidianamente e “Affari & Finanza” quasi settimanalmente. Da un mese Mediaset è “sugli scudi”, e “Repubblica” non ci dice niente. Nemmeno “Affari & Finanza”. Informazione?
“Sugli scudi”?

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