“Der Spiegel” annunzia che la Bce metterà un tetto allo spread – come se se ne potesse mettere uno. La Bundesbank smentisce la Bce. Non lo “Spiegel”. La Bce non fiata, perché non si polemizza tra banche centrali. La banca centrale tedesca invece può polemizzare. Su una palla sollevata da un “grande giornale” amico. Un trucco da compari. Mandando i mercati in tilt, e aggravando lo spread per Italia, Spagna eccetera.
Non è un errore, né un eccesso casuale: quello tedesco è un gioco al massacro costante e mirato. Violento. Cinico. Scoperto: che la Germania conduca il gioco al massacro diventa fattore inappellabile per il mercato. Oggi con meno fortuna, ma in grado di produrre sempre guai alla “concorrenza”, a costo zero. Non a opera di un gruppo o una minoranza isolata: è la Germania che aggredisce l’Italia.
I commentatori corretti distinguono tra la cancelliera e il presidente della Bundesbank, suo pupillo. Che in un gioco della parti alternerebbero concessioni e rigidità per tenere buona l’opinione pubblica. Ma il gioco non è a somma zero per l’Italia. E in Germania il presidente della Bundesbank è sempre un politico che fa politica. Il presidente in carica, Weidmann, è uno che inizia la carriera all’ombra della cancelliera (i suoi predecessori erano politici a fine carriera).
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