venerdì 21 settembre 2012

I paradossi di J.Donne made in Italy


“La discordia non è mai così sterile che non porti qualche frutto, giacché la caduta di uno Stato fa al peggio la fortuna di un altro”. Sembra la Ue di oggi, così unita e cattiva. Riscoperta e riedita integrale nel 1980 da Helen Peters, questa raccolta è uno dei primi testi di John Donne. Pubblicata postuma come quasi tutti gli scritti del decano, “per paura della vergogna e vergogna della paura”. Più brillante e irrispettosa di altre, specie sulle donne (“Com’è possibile dare  un’anima alle donne?” “Per renderle passibili di dannazione”; e “Perché le donne amano le penne?”). O “il matrimonio è castità”. E “la vita uccide”: ricordare uccide la memoria, desiderare il desiderio, dare la generosità – che non è un’etica della ritenzione, è (solo) un paradosso.
Il genere si era diffuso a Londra sulle traduzioni, via le edizioni francesi di Parigi, di Ortensio Landi, spiega Pierre Alferi nella postfazione. Sulle traduzioni dei suoi “Paradossi”, 1543, e dei “Quattro libri de dubbi”, 1552. Era l’epoca delle tragedie di Shakespeare, e del teatro Globe, d’instabilità, complotti, fumi di guerra civile, fulminee fortune e sfortune sociali. John Donne, di famiglia cattolica, un fratello carcerato – Henry - e morto in prigione per aver aiutato famiglie cattoliche in bisogno, aderisce alla chiesa anglicana, è ordinato a 43 anni, due prima della morte della moglie, e a 50, nel 1622, è decano della cattedrale di Saint-Paul (morirà nel 1633).
“Perché non prendere sul serio i politici?” è uno degli ultimi “problemi”: forse perché “sanno poco”, forse perché “si credono fra di loro e non capiscono dunque niente”. Mentre “La stella Venere si dà tanti nomi quante affezioni-…: polluzione, fornicazione, adulterio, incesto, laico e religioso, stupro, sodomia, mastuprazione, masturbazione, e altre diecimila”. Il penultimo problema è: “Perché i puritani fanno prediche lunghe?” “Devono farle finché l’uditorio non è uscito dal sonno”. L’ultimo è: “Perché il diavolo ha conservato i gesuiti?”. Perché ne testimoniassero l’esistenza. “Perché l’oro non sporca le mani” è invece problema superato in quest’epoca di mercati virtuosi – o no?
Il testo online è quello mutilo in uso fino al 1980. Ma ha la pregnanza della mano dell’autore..
John Donne, Paradoxes et problèmes, Allia, pp.78 € 6
Paradoxes and Problems

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