La decisione favorita dalla Corte Costituzionale tedesca mercoledì sull’euro sarà un rinvio. La motivazione ancora non si sa, ma l’umore prevalente tra i giudici è questo. Per non saper che fare. Ma alla fine per aumentare l’incertezza, l’unica politica tedesca riconoscibile.
L’euro appeso a una Corte Costituzionale sarà l’emblema della totale indigenza tedesca. Indigenza politica. Appeso ai ricorsi che si succedono di questo o quel deputato per prevenire in realtà una decisione, cioè per dilazionarla, col solo fine di mantenere l’incertezza, favorendo la speculazione. Può darsi che questo o quel deputato sia corrotto, ma è la Germania – il governo – che nell’attesa non decide. Avendo già prolungato di un anno l’incertezza per un parere di una commissione parlamentare al Bilancio. La strumentalità è evidente.
L’euro appeso ai tribunali è comunque una non moneta. Volendo astrarre dai fatti, dalle cose come avvengono realmente tra finanzieri furbi e deputati corrotti, non c’è futuro in una moneta che dei tribunali debbano decidere di volta in volta come deve funzionare. Tra ritardi, rinvii, ripensamenti, come è possibile avvenga mercoledì. “Dall’una parte e dall’altra” è un atteggiamento mentale tedesco che G. Grass depreca. Ma è normale per qualsiasi decisione collegiale e “politica”.
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