mercoledì 31 ottobre 2012

La fine della autonomie

Prima Tremonti, poi Monti con Grilli e Bondi, hanno messo la museruola, più museruole, agli enti locali. Alle Regioni e alle Province in special modo, ma anche ai Comuni. La legislatura che doveva essere del federalismo si chiude col suo accantonamento. A opera degli stessi federalisti: Tremonti, Monti, Grilli, Bondi sono tutti di Milano, patria della Lega e delle autonomie, Tremonti pure leghista di complemento. Con una serie di stop che a questo punto tutti auspicano definitivi: il governo moltiplica leggi e decreti contro la spesa degli enti locali, che saranno difficili da revocare, mentre gli elettori in Sicilia, gli autonomisti più accesi, se ne sono detti sdegnati - dei loro enti, non dei tagli.
Gli enti locali sono la prima fonte delle spese improduttive e del debito. Malgrado una fiscalità locale, diretta e indiretta, da far paura. Ci sono città, Rieti, Firenze, che vogliono l’Imu al’1 per cento, e non gli basta. Con abusi dilaganti nelle normative repressive, per primo il codice della strada, senza garanzie per la sicurezza o la certezza del diritto e con lo scopo praticamente dichiarato di fare cassa. L’acqua e altri servizi pubblici gli enti locali hanno voluto in espropriabili col solo intento sempre di fare cassa.
A questo punto potrebbe venire in giudicato anche la forma elettorale. La legislazione plebiscitaria che si è voluto adottare per semplificare la politica è all’origine della esplosione delle spese degli enti locali. Dei sindaci, presidenti di Provincia, presidenti di Regione, che interpretato il ruolo di eletti direttamente dal popolo come uno svincolo da ogni corretta gestione.

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