I pogrom in Ucraina nella guerra civile, 1918-1920, furono 330, con almeno trentamila morti. Ma Irène Némirovsky, ebrea di Kiev, mantenne un ricordo fatato dei suoi primi quindici anni. Del sollevamento popolare, gioioso, giocoso – prima dell’avvento del “diavolo”. Dello sfollamento nel ghiaccio in Finlandia, tra scherzi di ragazzi che si riveleranno veri. Della contessina polacca Plater, che morì per la patria nel 1831 a 25 anni di stenti e di freddo, dopo aver combattuto troppe battaglie perse. Susanne Scholl, che ha collazionato i tre elzeviri, la butta in politica, ma Irène vi era allergica: amava la voglia di vivere.
Irène Némirovsky, Nascita di una rivoluzione, Castelvecchi, pp. 61 € 7,50
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