giovedì 18 ottobre 2012

L’Europa pensionata

Turchia-Siria si gioca alle porte dell’Europa, ma l’Europa non lo sa. Non è interessata, non saprebbe che fare. Si fanno molte ipotesi su questa albagia, ma una è certa: è un questione del Medio Oriente, che per l’Europa, questa Europa, è remoto, benché ci confini.
Quando Erdogan varò il progetto di portare la Turchia nella Ue, una decina d’anni fa, la risposta fu negativa per motivi religiosi e politici. Che Giscard d’Estaing, allora incaricato dell’unione politica europea, sintetizzò in tre motivi: la Turchia, troppo grande, sovvertirebbe gli equilibri su cui si sta costruendo l’unione politica, è troppo diversa culturalmente, sta geograficamente fuori dell’Europa. In altre parole: ottanta milioni di turchi avrebbero spostato la bilancia etnico-religiosa della Ue. Invece no, la religione non c’entrava, c’entrava la geografia. Che stando in Italia, pendolo moscio dell’Europa, riesce difficile capire ma oltralpe è scontato: la Turchia sta nel Medio Oriente e la Ue non sa niente del Medio Oriente, e non vuole saperne. È avanti con gli anni, questa Europa, e ci vede poco. E stando in pensione si gode la rendita, finché dura.

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