Quando
Erdogan varò il progetto di portare la Turchia nella Ue, una decina d’anni fa,
la risposta fu negativa per motivi religiosi e politici. Che Giscard d’Estaing,
allora incaricato dell’unione politica europea, sintetizzò in tre motivi: la
Turchia, troppo grande, sovvertirebbe gli equilibri su cui si sta costruendo
l’unione politica, è troppo diversa culturalmente, sta geograficamente fuori
dell’Europa. In altre parole: ottanta milioni di turchi avrebbero spostato la
bilancia etnico-religiosa della Ue. Invece no, la religione non c’entrava,
c’entrava la geografia. Che stando in Italia, pendolo moscio dell’Europa,
riesce difficile capire ma oltralpe è scontato: la Turchia sta nel Medio
Oriente e la Ue non sa niente del Medio Oriente, e non vuole saperne. È avanti
con gli anni, questa Europa, e ci vede poco. E stando in pensione si gode la
rendita, finché dura.
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