È
la vecchia burocrazia che si perpetua, quella del fascismo passata al
democristianesimo, e indenne a Mani Pulite. Che si aggiorna (fa i master,
impara l’inglese), ma solo al fine di perpetuare il controllo della società. La
spia è il costante e distinto, naturalmente non dichiarato, alla privatizzazione
della funzione pubblica, nella sanità e nella scuola: bene pubblico guadagni
privati. Si jugula la scuola pubblica con misure coercitive intollerabili, un
anno l’accorpamento delle scuole, un altro l’aumento dell’orario di lavoro per
gli insegnanti. Per risparmiare cento o duecento milioni. Mentre si elargisce
mezzo miliardo o più alla scuola privata. Senza tenere conto che la scuola è, a
prescindere dalla confessione e dalla ideologia, la scuola pubblica, che
disorganizzarla è creare un problema sociale grave. Ogni anno s’introducono
ticket e tasse sulla sanità, e si limitano le prestazioni, senza dire mai che
il disservizio e i costi sono determinati dalla privatizzazione del settore,
prevalente da circa vent’anni, cosa che i burocrati sanno bene, dalla natura
ambigua, pubblico-privata, della sanità.
Un’incapacità
che si accoppia alla protervia. Il patrimonio immobiliare dello Stato, immenso,
costosissimo, non si può alienare perché la burocrazia non lo consente. I
militari soprattutto, con le loro enormi caserme, vuote dopo la fine della
leva. E i palazzi di rappresentanza, del Seicento, del Settecento, multipiano
con scaloni, un palazzo principesco per ognuno dei comandi, regionali,
provinciali, cittadini, delle varie armi. Una protervia indifferente al
ludibrio. È il caso dell’Anvur, il massimo della modernizzazione
dell’Istruzione, la valutazione tecnica e anzi “scientifica” dei titoli all’insegnamento,
che si modula sul più bieco
parrocchialismo – si ha titolo a insegnare all’università se si è
scritto sui bollettini diocesani.
Si
parla molto del Sud, delle mafie, della corruzione, ma il vero cancro maligno
dell’Italia è la Funzione Pubblica. Tale che anche burocrazie già rodate e
capaci, al Tesoro, all’Interno, agli Esteri, diventano inette e dannose. Incapaci
di progettare e, come si vede dalla legge di bilancio, anche di calcolare.
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