È
sordido il panorama, sotto gli stracci che volano, della politica decentrata, o
del regionalismo. In almeno tre aspetti: 1) I gruppi consiliari regionali si
sono aumentate le allocazioni in un decennio di 70 milioni di euro, ma la spesa
locale è cresciuta di 70 miliardi (quella nazionale di 700): le spese pazze
degli “onorevoli” regionali sono un millesimo della spesa pubblica aggiuntiva
locale (un decimillesino di quella nazionale) – della quale si possono ritenere
i sensali, ma solo delle briciole, gli “affari” passano sopra le loro teste; 2)
Le allocazioni consiliari sono aumentate in tutte
le regioni, votate da tutti i gruppi politici: alcuni gruppi possono
averle spese in modi meno volgari di Batman (ma non possiamo saperlo: questo è
il problema n. 4, in fondo), ma tutti sono responsabili del lassismo; 3) Impresentabili
sono stati e sono ovunque, in qualsiasi gruppo politico si siano annidati, finiani,
berlusconiani, dipietristi, gli ex missini: senza una sola idea politica, amministratori
nepotisti e avidi, destabilizzatori costanti nell’apparato repressivo (procure,
caserme) che a vario titolo ispirano. Da ultimo, con questa offensiva di
autunno, all’ombra del governo tecnico, cioè incolore (Cancellieri, Di Paola), delle
istituzioni democratiche.
La
solita offensiva preelettorale, di giudici e giornali compiacenti, non riesce
questa volta a celare la vastità della corruzione politica. La compiacenza dei
giornali, e la connivenza coi poteri insindacabili, cioè occulti, dell’apparato
repressivo, è semmai un dato della corruzione generale, o un quarto aspetto.
Nessun commento:
Posta un commento