Renzi
serve a riempire i giornali col partito Democratico, che altrimenti non ha nulla
da dire. Tra qualche settimana sarà tornato al suo ruolo ordinario, di sindaco
candidato deputato, è inutile occuparsene più di tanto. Ma, per cercare titoli,
ha attaccato la Fiat, pure lui, e Marchionne ha scelto di rispondergli che
Firenze è “piccola e povera”. È così?
È così.
Firenze è ancora un gran nome. Ma il comitato d’affari che la amministra da un quarantennio, all’ombra dell’ex Pci e
ora di Renzi, l’ha rimpicciolita e impoverita. La città è imbruttita, molto. La
popolazione si è quasi dimezzata. L’economia, già prospera di grandi nomi dell’industria
e della finanza, è ridotta al piccolo commercio. Non ricco, di jeanserie e
pizzerie a poco prezzo, per turisti di un giorno. Aveva la moda e gli
accessori, l’arredamento, la lingerie,
la pelletteria, la paglia, la porcellana, il vino, l’olio, e non ha più nulla. Poiché
il nome è di fascino, le case di moda vi esibiscono showing room. Ma perché l’affitto
costa poco, nessuno vi compra nulla.
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