L’ipotesi, è stato detto, è praticabile senza Monti.
Cioè, allo stato dei sondaggi politici, con un governo a guida Democrat. E con
l’ex ad di Unicredit, Profumo, ora al Monte dei Paschi di Siena, alla guida di
una “isola democrat” nella finanza, con Mps-Unipol.
Profumo a suo tempo non aveva scartato, tra le ipotesi
sul suo allontanamento improvviso dal vertice Unicredit, il possibile disegno di
Bazoli di fagocitare il gruppo. Ora è invece a favore della Grande Intesa, con
Unicredit. In cambio, fa valere, di una posizione consolidata per
Mps-Unipol-Fonsai, cioè non più contestata. Secondo gruppo finanziario
d’Italia, anche se di dimensioni esigue rispetto alla galassia
Intesa-Unicredit-Mediobanca-Generali.
Profumo però non avrebbe convinto Bersani. Che diffida
dei “campioni nazionali”, da quando, quindici anni fa, in sintonia con D’Alema,
sponsorizzò il raid Colaninno-Gnutti in Telecom. Non prende posizione, si dice,
perché ha presente il rapporto di forze a Milano, e sull’asse Milano-Torino. Ma
sta in guardia.
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