L’aneddoto del
giallo è sbagliato – non ci sono “carte private” negli affari di tangenti (da
quando in qua i patti scellerati vanno in tribunale?) – ma la lettura resta lo
stesso incatenata: è un racconto erotico che Camilleri voleva fare, non fosse
stato per l’intervento improvvido di Giulia e Pietro Ichino. In azienda –
questa è mancata a “E. L. James”. Anche col padrone, certo, anche i padroni
godono – oltre ad avere sempre ragione, direbbe Fo. Fino alla morte, certo. Sarebbero
fantasie sessiste, “fasciste”, ma Camilleri è un salvacondotto.
Andrea
Camilleri, L’intermittenza,
Mondadori, pp. 173 € 12
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