giovedì 8 novembre 2012

Camilleri lo fa meglio delle “sfumature”

Una cavalcata dall’inizio alla fine, anche se con intermittenze. Camilleri ha captato, se non l’ha anticipata, l’onda delle “Sfumature”. Senza neri né grigi, e senza fruste: mogli, amanti, nipoti, segretarie lo fanno con gusto, ogni paio di pagine.
L’aneddoto del giallo è sbagliato – non ci sono “carte private” negli affari di tangenti (da quando in qua i patti scellerati vanno in tribunale?) – ma la lettura resta lo stesso incatenata: è un racconto erotico che Camilleri voleva fare, non fosse stato per l’intervento improvvido di Giulia e Pietro Ichino. In azienda – questa è mancata a “E. L. James”. Anche col padrone, certo, anche i padroni godono – oltre ad avere sempre ragione, direbbe Fo. Fino alla morte, certo. Sarebbero fantasie sessiste, “fasciste”, ma Camilleri è un salvacondotto.
Andrea Camilleri, L’intermittenza, Mondadori, pp. 173 € 12

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