giovedì 29 novembre 2012

I due anti.com, De Benedetti e Berlusconi

Ora che Berlusconi si vuole, anche lui incontinente, playmaker, l’uomo che tira i fili, la strana coppia con De Benedetti riprende, pur con i figli di mezzo, la galoppata in parallelo di una vita. Uno di qua, uno di là. Tutt’e due anti.com, verrebbe da dire col nome di questo sito, ferocemente anti Pci, ma uno da sinistra con De Mita, Prodi e Fini (si vede che Fini era “di sinistra” pure quando era di destra) e uno da destra.
I lettori di anti.it sanno quanto i due siano uguali e concorrenti:
Sono su fronti avversi in politica, ma sempre per spirito di concorrenza più che per fede. De Benedetti a sinistra con ottiche di destra, Berlusconi a destra ma da sinistra.
De Benedetti ha sempre cercato l’establishment: Fiat, Ambrosiano, Société Générale, Olivetti, L’Espresso-Repubblica. Dovunque rifiutato eccetto che nel gruppo giornalistico, grazie ai soldi che aveva prestato nel 1978 a Caracciolo e Scalfari per l’aumento di capitale di “Repubblica”. Ma questo non vuol dire: la sua ambizione era ed è mettersi coi soldi che contano. Lo stesso per le sue frequentazioni: va ai dibattiti con Landini, il segretario della Fiom, che però disprezza. E ha sempre licenziato. All’Espresso-Repubblica ha dimezzato i giornalisti in organico, l’Olivetti portò al fallimento.
Berlusconi è difficile dirlo di sinistra. Con le dodici ville da venti, o trenta, milioni, e le scorte di ragazze con quelle facce, ma è sempre stato coi piccoli imprenditori, li ha portati al grande mercato della pubblicità, ha moltiplicato di dieci volte il mercato stesso della pubblicità con la discesa in campo mediatica, tra il 1980 e il  1990, e non ha mai licenziato nessuno. Nemmeno nel salvataggio di società fallite, Italia 1, Rete 4, Einaudi.  L’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, non è mai stato gravato da stati di crisi da parte di Mondadori e Mediaset. Mentre lo è periodicamente da parte di De Benedetti, per “L’Espresso”, “la Repubblica”, Finegil – come lo è da parte degli altri editori, Rizzoli-Corriere della sera e Riffeser.  

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