Così, il suo ricordo migliore del Quirinale è di Wolfgang
Schäuble che dà un buffetto a Ciampi, al momento della nascita dell’euro a fine
2001: “Si ricordi, lei e solo lei rappresenta per la Germania la fiducia nel
suo Paese di fronte ai complessi adempimenti della monta unica”. Una lezione a
Ciampi, presidente della Repubblica, ex presidente del consiglio, ex ministro
del Tesoro, ex governatore della Banca d’Italia, da parte di un signore che
oggi è finalmente ministro di Angela Merkel e all’epoca era un capopartito
bavarese. Uno che – aggiunge Puri Purini senza ironia – scopriva in Ciampi “un’Italia
che ignorava”. Ma non è questo il solo limite.
Il libro dell’ambasciatore, sottotitolo “Al Quirinale, con
Ciampi negli anni in cui tutto cambiò”, ricorda la sua esperienza di
consigliere diplomatico dell’ex presidente, negli anni “eroici” della nascita dell’euro,
dal 14 maggio 1999 alla primavera del 2005. Ma si rafforzavano in quegli anni –
ormai per l’euro era tutto predisposto – una serie di errori monetari che hanno
indebolito l’Italia, e l’hanno introdotta nell’euro come in una sorta di
gabbia. Tutti purtroppo dovuti a Ciampi.
Il primo errore era stato la rivalutazione della lira sul marco,
tra il 1990 e il 1991, sempre per la politica di “stringere la cinghia”. Come
una palla alzata alla speculazione, che ebbe gioco facile nel 1992 alla svalutazione
della lira, un trauma di cui ancora paghiamo le conseguenze.
Il secondo errore fu entrare nell’euro senza consolidare prima il debito. Cosa che invece ha fatto, già
dalla fine degli anni 1980, il Belgio, che da un debito al 137 per cento del
pil è sceso al 90 nel 2001. Spendendo ogni meno degli introiti fiscali, vendendo
gli immobili e altre pertinenze pubbliche di nessuna utilità, vendendo l’oro
della banca centrale. La tassa europea richiesta da Ciampi con Prodi per far
quadrare i conti all’ultimo momento e accedere all’euro fu aggiuntiva e non
riduttiva – e fu anche restituita.
Il terzo errore fu di accettare la parità di un euro per due
marchi. Un’altra stretta alla cinghia che comportò praticamente il raddoppio
dei prezzi, anche se gli indici statistici addomesticati non lo rilevarono, e
un indebolimento della domanda generale in Europa.
Su questi presupposti la lettura di Puri Purini, purtroppo, più
che eroica è malinconica.
Antonio
Puri Purini, Dal Colle più alto, Saggiatore,
pp. 328 € 17,50
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