Destra-Sinistra - In tedesco si dice nazibolscevico, o
anarcoreazionario, figure della “rivoluzione conservatrice”. Che è di
Dostoevskij prima che di Thomas Mann e Jünger. C’è ambivalenza. C’è un testo
calzante di Simone Weil che si rimuove, “Dall’emiciclo alla rotonda”, sulla
passione politica quando è totalitaria: “Quante volte, in Germania, nel 1932,
un comunista e un nazista, parlando per la strada, devono essere stati colti da
vertigini mentali constatando che erano d’accordo su ogni punto!” Se non si
considera che comunisti e nazisti hanno evitato di fare strada insieme – o non
sarà per questo che si sono evitati, per non dover concordare? Ma il movimento
tra destra e sinistra fu in Germania diverso che in Francia e in Italia.
Doriot, Déat, i fascisti francesi venivano dall’ultrasinistra. O Paul Louis,
che fu comunista, si salvò a Vichy, e poi fu socialista. Bombacci, nomen omen, passò da Mosca a Salò. Ma non isolato, la Toscana, l’Emilia
ne sono piene. Il caso preclaro è ovviamente Mussolini. Che nella Settimana Rossa
del giugno 1914 mobilitò, più o meno da solo, tre milioni di lavoratori, in
piazza, contro la guerra. Di cui poi fu sostenitore, anche prezzolato.
Luftwaffe - La colpa delle stragi in Italia nell’estate del 1944 è della divisione Göring. Della Luftwaffe, di cui la Göring era la divisione corazzata. L’aviazione tedesca aveva una divisione corazzata, che ricostituì nel ’44 come “paracadutista-corazzata”, anche se senza parà. Era in origine il gruppo del maggiore Walther Wecke, che Göring, ministro dell’Interno e Capo della Polizia nel ‘33, aveva costituito con l’incarico di stanare i rossi nelle forze armate di Weimar. I “paracadutisti” erano sbirri. Come tali si distinsero in Sicilia già prima dell’8 settembre, in Campania, nel Lazio, nell’Appennino tosco-emiliano e in Toscana, dopo essersi specializzati nel Caucaso. I tedeschi mandavano gli sbirri al fronte: la Waffen SS Totenkopf, divisione scelta, portava l’uniforme delle guardie dei lager, costituita nel ’39 dal corpo di guardia di Dachau. Al comando di ufficiali noti per la crudeltà, il generale Max Simon in testa, uno formato sul fronte russo (poi mandato a morire sul fronte renano), che aveva voluto con sé il maggiore Galler (Sant’Anna di Stazzema), il maggiore Reder “il monco” (Marzabotto), e gli altri figuri le cui imprese i supremi giudici tedeschi hanno appena archiviato.
astolfo@antiit.eu
Arthur Moeller van den Bruck, autore di “La bellezza
italiana”, editore di Dostoevskij in Germania, alla rivoluzione conservatrice
dedicò l’opera maggiore, “Il terzo Reich”, che Cantimori devoto tradurrà, ma
presto si uccise, nel ‘25, la repubblica di Weimar col dollaro a miliardi di
marchi non essendo né rivoluzionaria né conservatrice, mentre Hitler gli si
rivelava di “proletario primitivismo”. Diffusamente Weimar sentì a destra l’attrattiva
del “bonapartismo di sinistra”, il leninismo quale apparve al celebrato
antichista Eduard Meyer. Arnolt Bronnen,
nato Bronner, nome d’arte A.H.Schelle-Noetzel, scrittore, drammaturgo, amico
austriaco di Brecht, diventò l’amico di Goebbels, per finire a guerra perduta
sindaco comunista al paesello. I fratelli Gregor e
Otto Strasser, che Hitler espulse dal partito Nazista perché
volevano nazionalizzare l’industria, fondarono un Fronte Nero, l’Unione dei
Socialisti Nazionali Rivoluzionari, prima di finire l’uno
con tutte le SA e l’altro in esilio. Altri passarono con Stalin,
a rischio tradimento.
Nipote del grand’ammiraglio Alfred von Tirpitz, Harro
Schulze-Boysen fu membro a sedici anni del Jungdeutschen Orden, la lega giovanile
nazionalista, antisemita, e due anni dopo ne fondò una sua, la Volksnationale
Reichsvereinigung, di borghesi e agrari. Altri due anni e lanciava col
periodico francese “Plans” un progetto d’unione economica europea a base
collettivista, editava la rivista “Der Gegner”, l’oppositore, e organizzava
incontri della gioventù rivoluzionaria europea. Hitler non ne apprezzò gli
obiettivi, tra essi l’abolizione del sistema capitalista, e nel ‘33 fece
chiudere “Der Gegner” e arrestare i redattori. Harro riemerse nel ‘35, a
ventisei anni, con un circolo di artisti e funzionari che pubblicava scritti
antinazisti. E quando in guerra, tenente della Luftwaffe, ebbe accesso a
documenti militari riservati, li passò all’ufficio informazioni dell’Urss, che
fino al ‘41 restò aperto a Berlino. Finché non incontrò Anatolij Gurevitch,
alias “Vicente Sierra”, alias “Kent”, agente sovietico a Bruxelles: il
controspionaggio decifrò i sette dispacci radio nei quali i loro colloqui
furono riassunti a Mosca, e i complimenti di Stalin. Il 31 agosto ‘42 Harro fu
arrestato, il 22 dicembre impiccato, con la moglie Libertas.
Per Montanelli storico Harro è “un intellettuale
surrealista”. Per la Gestapo Harro e Libertas dirigevano la Rote Kapelle,
l’orchestra rossa, di spie dell’Urss. Libertas Haas-Heye, che aveva sposato nel
‘36 il coetaneo e altrettanto bello Harro, era nipote del principe Philipp von
Eulenburg, il consigliere fidato di Guglielmo II. Eulenburg era
antimperialista, ma era stato compagno di giochi in gioventù a Capri e Taormina
del kaiser e ne copriva le debolezze, anche sessuali – “Il cannone è quella
cosa\ che in Germania s’è ingrossato,\or lo trova esagerato\anche il principe
Eulenburg”, canterà Petrolini. Agevolmente i bismarckiani lo costrinsero a vita
privata nel castello di Liebenberg, il monte degli amanti, in compagnia della
moglie, la contessa svedese Auguste von Sandeln, alla quale aveva pur fatto sei
figli. Maximilian Harden prima lo ricattò e poi l’accusò in vari processi di
sodomia, Karl Kraus inutilmente lo difese da Vienna.
Terzogenita dell’ultima figlia del principe, Libertas nacque
a Parigi. Crebbe tra Parigi, Garmisch e Londra, la famiglia transumava col
padre, il creatore di moda Otto Haas-Heye,
bello anch’egli e ricco, per ultimo a Berlino, dove Otto diresse il
Museo di Arti Applicate, nell’edificio in Prinz-Albrecht che poi sarà sede
della Gestapo. Libertas si educò nei pensionati svizzeri, e al ritorno in
patria nel 1933 si entusiasmò per Hitler, aderendo alla sezione nazista aperta
a Liebenberg dal barone Rudolf von Engelhardt, un cugino acquisito. Ma per
poco. Andò a Berlino, fu addetto stampa della Mgm, e sposò Harro. Nei sette
giorni di libertà goduti in più rispetto al marito Libertas bruciò carte e
foto, ma 126 amici di Harro furono ugualmente arrestati, per un terzo donne. “Courte
et bonne” era stata sua divisa e filosofia di vita da ragazza, il titolo
del romanzo di Marie Colombier, l’attrice amica e poi acerrima nemica di Sarah
Bernhardt, motto del Reggente libertino di Francia dopo Luigi XIV.
Islam - La verità dell’islam è insuperabile, per il
noto sillogismo - attribuito a Omar, il
califfo che di fronte alla biblioteca di Alessandria non avrebbe trovato di
meglio che bruciarla : quale nuova verità? se è la stessa cosa, allora è inutile, se
è superiore a quella che abbiamo, allora è falsa.
Dai tempi dei romani
nessun Sud ha occupato il Nord. Non in Europa né in Asia o in America. Eccetto
l’islam. Che però, a differenza degli altri imperialismi, non si è acconciato
all’inevitabile tracollo, e questo è tutto il problema, dell’islam che non si
dà pace, e del mondo cui non dà pace.
Italiano – Contro l’uso che voleva
dediche a patroni augusti o all’editore, Mozart volle pubblicare nel 1785 sei
Quartetti con una dedica a Haydn. Una lettera di omaggio, che scrisse in
italiano.
Luftwaffe - La colpa delle stragi in Italia nell’estate del 1944 è della divisione Göring. Della Luftwaffe, di cui la Göring era la divisione corazzata. L’aviazione tedesca aveva una divisione corazzata, che ricostituì nel ’44 come “paracadutista-corazzata”, anche se senza parà. Era in origine il gruppo del maggiore Walther Wecke, che Göring, ministro dell’Interno e Capo della Polizia nel ‘33, aveva costituito con l’incarico di stanare i rossi nelle forze armate di Weimar. I “paracadutisti” erano sbirri. Come tali si distinsero in Sicilia già prima dell’8 settembre, in Campania, nel Lazio, nell’Appennino tosco-emiliano e in Toscana, dopo essersi specializzati nel Caucaso. I tedeschi mandavano gli sbirri al fronte: la Waffen SS Totenkopf, divisione scelta, portava l’uniforme delle guardie dei lager, costituita nel ’39 dal corpo di guardia di Dachau. Al comando di ufficiali noti per la crudeltà, il generale Max Simon in testa, uno formato sul fronte russo (poi mandato a morire sul fronte renano), che aveva voluto con sé il maggiore Galler (Sant’Anna di Stazzema), il maggiore Reder “il monco” (Marzabotto), e gli altri figuri le cui imprese i supremi giudici tedeschi hanno appena archiviato.
Dove passava la Göring si commettevano
eccidi: Mascalucia e Castiglione di Sicilia, Acerra, Nola, Scafati, Bellona,
Capua, Caserta, Afragola, Maddaloni, Teano, Presenzano, Napoli, e poi Monchio,
Susano e Costrignano nei pressi di Montefiorino, Cervarolo e Civago nel
reggiano, Vetta le Croci, Vaglia e Vicchio attorno a Monte Morello,
Vallucciole, 108 donne e bambini, il passo dei Mandrioli e altre località del
Falterona, Mommio in Lunigiana, Pievecchia di Pontassieve l’8 giugno,
più di duecento il 4 luglio a Castelnuovo dei Sabbioni, Meleto, Massa di
Sabbioni, San Martino in Pianfranzese, tra Firenze e Arezzo,12 a Matole, sempre
nell’aretino, 44 a Crespino sul Lamone, minuscola frazione di Marradi nel
Mugello che non contava tanti residenti, 12 a Pratale, alle porte di Firenze
alla vigilia della liberazione, Sant’Anna di Stazzema, il Padule di Fucecchio,
180 esecuzioni di anziani, donne e bambini sfollati in quel posto selvaggio dai
paesi vicini per sfuggire ai bombardamenti, Civitella della Chiana, con 203 morti,
e Chiusi, Sinalunga, Monte San Savino, Badia a Ruoti, il Palazzaccio e Pancole
di Arceno, con eccidio di donne e bambini, Bucine.
Tolleranza - Siamo occidentali perché siamo tolleranti. Ma
non deve la tolleranza proteggersi dalla tolleranza stessa, poiché è un
diritto, siamo occidentali.
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