“Un presidente da reality” lo dicevano i Kennedy. Ma senza
molestarlo, e anzi favorendolo, perché è un presidente che punta sulle
minoranze. Non come programma politico, da presidente deve lavorare per
l’America che conta, ma elettorale sì. E di opinione. È così che ha il voto
ebraico benché sia distintamente non filo-israeliano.
La nuova dialettica politica non modifica il
tradizionale diorama mondiale visto da Washington, ma il modo di guardalo sì: l’America
è per la prima volta da un secolo introversa e quasi provinciale. Ha fatto e fa
molte guerre nel mondo, ma senza occuparsene e quasi senza saperlo.
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