C’è uno scandalo nella sentenza,
un fatto enorme. Da essa emerge che alcuni bambini sono stati circuiti dai genitori. Anche con riprese
filmate. Per rappresentare l’irrappresentabile. Ma né i Carabinieri né la
Procura, così solleciti contro le maestre, hanno alcunché da rimproverare a
questi genitori indegni. Non portano fotografi, prime pagine, interviste? L’azione
penale non è obbligatoria?
È uno scandalo relativo, ormai
nulla più meraviglia di questa giustizia allo sbando. Mentre un fatto emerge
finalmente, che andrebbe affrontato: come i genitori a scuola stiano affondando
la scuola stessa. Incapaci, intromettenti, nevrotici.
Ne 1974, quando varò la rivoluzionaria
riforma detta dei Decreti delegati, che introduce le famiglie nella gestione
della scuola pubblica, il ministro Malfatti ne era solo parzialmente orgoglioso:
“È un azzardo”, ammoniva: “Sarà necessario formare anche i genitori. E il peso
potrebbe essere insostenibile per i docenti, che già devono combattere con gli
studenti”. Così è stato. Due generazioni dopo i genitori sono ancora da
formare. Anche perché a una certa eà si impara con difficoltà. Senza contare
che nella “cultura” italiana tutto ciò che è pubblico, sia pure un
professionista così specializzato come un professore, dev’essere un servo del
cittadino, sia pure un cretino.
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