“Corriere della sera”: “Affluenza record”, “Rari
ma euforici i ragazzi”, “Tutti in coda attenti agli «infiltrati»”.
“Repubblica”: “Lezione democratica”, “Modello
europeo”, “Bersani coraggioso”.
“La Stampa”: “Vendola brinda in famiglia”, “A
Torino vota la centenaria”, “Nella periferia napoletana trionfo di Tabacci”-
sembra “Il Male” ma è il giornale degli Agnelli.
In controtendenza “Il Messaggero” – non da ora,
da quando Bersani s’è messo con Vendola, lasciando scoperto il genero Casini: “I
votanti sono (solo) 3,1 milioni”,“Per i renziani il distacco è di (soli) 5
punti”.
Il “Corriere della sera” poi si adegua online alla
cifra del “Messaggero”.
Alla trasmissione di Bianca Berlinguer una delle
inviate di partito s’attorciglia per dire – facendo finta di non dirlo – che Giorgia
Meloni è andata al seggio dei Giubbonari a Roma non per vedere come funziona ma
per rubare un’inquadratura. Questa parola risulta ostica all’inviata.
Alle primarie 2005, per Prodi, ci furono 4,3 milioni di votanti, a quelle del 2007, per Veltroni, 3,5 milioni, ora, per Bersani, Renzi et. al., con tutte le televisioni e tutti i giornali schierati più che per Obama, 3,1 milioni. Il conformismo si vuole spudorato.
Alle primarie 2005, per Prodi, ci furono 4,3 milioni di votanti, a quelle del 2007, per Veltroni, 3,5 milioni, ora, per Bersani, Renzi et. al., con tutte le televisioni e tutti i giornali schierati più che per Obama, 3,1 milioni. Il conformismo si vuole spudorato.
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