lunedì 26 novembre 2012

Le primarie conformi

Orgia nei giornali, fra gli inviati e i capiredattori, per le primarie del partito Democratico.
“Corriere della sera”: “Affluenza record”, “Rari ma euforici i ragazzi”, “Tutti in coda attenti agli «infiltrati»”.
“Repubblica”: “Lezione democratica”, “Modello europeo”, “Bersani coraggioso”.
“La Stampa”: “Vendola brinda in famiglia”, “A Torino vota la centenaria”, “Nella periferia napoletana trionfo di Tabacci”- sembra “Il Male” ma è il giornale degli Agnelli.
In controtendenza “Il Messaggero” – non da ora, da quando Bersani s’è messo con Vendola, lasciando scoperto il genero Casini: “I votanti sono (solo) 3,1 milioni”,“Per i renziani il distacco è di (soli) 5 punti”.
Il “Corriere della sera” poi si adegua online alla cifra del “Messaggero”.
Alla trasmissione di Bianca Berlinguer una delle inviate di partito s’attorciglia per dire – facendo finta di non dirlo – che Giorgia Meloni è andata al seggio dei Giubbonari a Roma non per vedere come funziona ma per rubare un’inquadratura. Questa parola risulta ostica all’inviata.
Alle primarie 2005, per Prodi, ci furono 4,3 milioni di votanti, a quelle del 2007, per Veltroni, 3,5 milioni, ora, per Bersani, Renzi et. al., con tutte le televisioni e tutti i giornali schierati più che per Obama, 3,1 milioni. Il conformismo si vuole spudorato.

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