È il primo libro col suo nome: Colette
ha 35 anni ma soffre già la fuga del tempo e raccoglie fatti della vita, immagini,
amori, di cani e gatti soprattutto, affettati (la sua gatta “ha fame, ma non si
alza subito, in omaggio al miglior cant”),
personaggi, donne soprattutto, e la vita del corpo, che Colette sperimenta nel
music-hall, e nelle “tenera amicizia” con “Missy”, cui dedica alcuni racconti. Colette
è stata divorziata dal marito, e socio di scrittura, Willy, che ha
cinquant’anni e un nuovo amore, Meg Villars, di dodici anni più giovane della
scrittrice. Ma la cosa non lascia traccia, Colette vive scrivendo: la
proustiana “memoria involontaria”, qui visiva e olfattiva, che dominerà la sua
vita e l’opera, è già robustamente presente.
La presenza di “Missy” rattrista
retrospettivamente, con la lettura dei pezzi a lei dedicati, la raccolta.
Marchesa Mathilde de Morny, figlia del duca di Morny, fratello uterino di
Napoleone III, “Missy” vestiva da uomo e si era fatta praticare l’isterectomia
e l’ablazione dei seni. Aiutò molto Colette nella separazione da Willy, anche
economicamente. Non fu ricambiata, in bassa fortuna e in punto di morte
(suicida) nel 1944. Ma l’empatia semplice coi fatti della vita si voleva e resta
viva.
Colette, Viticci
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