Gente tutta timorata di Dio, e piena, s’immagina, di
scienza del potere. Ma di non altrettanto acume, se l’Italia si trova dove si
trova. Soprattutto nelle pieghe delle procedure e del diritto, nelle quali la
città eccelle e nelle quali purtroppo si annida il malaffare. Certo, senza
colpa dei napoletani eminenti. Tomasone è per esempio Elsa Fornero: non ce n’è
altra all’infuori di Tomasone, gaffes
studiate incluse, che però è uno del Pd che studia da politico. De Lise ha fatto del Tar del Lazio
il giustiziere d’Italia, molto autoritario.
martedì 13 novembre 2012
Ma lo Stato è napoletano
Non ci sono solo i diciotto di “Affari & Finanza” al controllo delle leve del potere a Roma, tutto lo Stato, si può
dire, è napoletano. Gestito da napoletani. Il settimanale di “Repubblica” cita De Lise, Coraggio, Carbone, Fiorentino,
Patroni Griffi, Pinto, Canzio, Tomasone, Troiano. E il Quirinale? Anche il Viminale,
Manganelli, Izzo. E la Corte Costituzionale, cinque membri su quindici. E la
Cassazione. E le Procure, i Tar, la Corte dei conti.
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