Zeman ha fatto due punti più del Siena, che è l’ultimo
in classifica. Senza bel gioco. Con un parco giocatori forse il migliore della A.
È anche l’allenatore più vecchio, ma è dilettissimo all’As Roma, che proietta
il suo futuro vincente sul “progetto giovani” Si dice perché “fa immagine”,
parlando male della Juventus. E così dev’essere – l’As Roma è Unicredit: è sempre
Milan contro Torino.
“Don’t be choosy!”, così Bersani - fa sapere -
ha apostrofato Casini, cui Vendola dà il prurito. Per far vedere che viene
dalla Bocconi, anche lui? Che sta con la Fornero, che vuole choosy i giovani disoccupati?
Per dire infine a Casini che è un finto giovane?
Battista dà 7 a Lombardo e 6,5 appena a Grillo,
per come hanno gestito le elezioni in Sicilia. A Lombardo va l’ammirazione per essere riuscito
a infiltrarsi in tutti i partiti, e a infiltrarci il figlio: “Trionfa il lombardismo
nella Sicilia dove tutto cambia”. Poi dice che il razzismo non c’è. Nel voto
più sincero e chiaro di tutta la storia repubblicana.
Sulla sentenza dell’Aquila il commento di Dacia
Maraini il “Corriere della sera” nasconde nella pagina anonima “Idee &
Opinioni”, che pare non leggano più nemmeno i pensiona ti. Ma merita, talmente
è sprovveduta e assurda – un documento dei guasti della guerra civile:
Chi è Galileo, tra Maraini e Majani?
Edoardo D’Avossa come Marco Billi, il giudice
di Berlusconi e quello dell’Aquila. Due autorappresentazioni umorali della
giustizia – capziose certo, “incontestabili”. Due napoletani: quando la
giustizia diventerà nazionale?
D’Avossa ha scritto le sue novanta fitte pagine
di motivazioni, a spazio uno, prima che la Pubblica Accusa motivasse la richiesta
di condanna. Con una sentenza cioè che è una requisitoria, conformemente al
doppio ruolo del magistrato italiano, giudice e accusatore. Formalmente
ineccepibile – il diritto in Italia non sbaglia mai, è fatto di eccezioni. Ma
politicamente, D’Avossa non sarà al soldo di Berlusconi?
“Vacilla la teoria del complotto”, annuncia in
prima il “Corriere della sera” dopo la condanna di Berlusconi. Annuncio che
Carlo Cinelli così argomenta: “La sentenza milanese sembra mandare in tilt la
teoria del «complotto» perché disarticola il tessuto delle presunte vittime
(lui condannato, Fedele Confalonieri, fido collaboratore e presidente Mediaset
dal primo minuto, assolto con formula piena)”. Sembra? O si voleva dire il
contrario, suscitare il complotto negandolo?
D’Avossa in effetti non ha fatto poco: ha assolto
il presidente dell’azienda per condanna in sua vece uno di passaggio, sia pure ingombrante.
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