La Guardia di Finanza perquisisce l’amministrazione
del Pd e della Regione Emilia per il doppio incarico della segretaria di Bersani.
La previene sui giornali il vice Procuratore Capo di Bologna, il quale assicura
che non di una perquisizione si tratta, e anche anzi la Guardia di Finanza è
andata a ritirare le carte che il Pd le ha consegnato. Voleva attirare l’attenzione
sulla perquisizione?
Massimo Franco ipotizza una legge elettorale
per decreto. Una sciocchezza. Ma è giornalista informato: la Costituzione-che-non-si-può-cambiare
subirà anche questo sfregio?
Il 2 novembre il “Corriere
della sera” vede Berlusconi arrivare a Malindi nell’albergo di Briatore, con
una quindicina di persone al seguito. Il 6 lo fotografa invece con Briatore a
San Siro, alla partita del Milan. Da Milano a Malindi sono 6.000 km., una
dozzina d’ore, tra una cosa e l’altra, di viaggio col Gulf Stream. Il duo sarà
ubiquo? Spiegherebbe molte cose.
Il Gulf Stream 5 è collaudato per 16 persone, ma strette. Non della stazza di Berlusconi o Briatore. O si restringono?
Un processo osceno come quello Ruby sarebbe
impensabile se non ci fosse. Tenuto su da giudici donne, poi. Ma Milano non se
ne vergogna. Sta in agguato per mordere le fortune di Berlusconi, prima o poi
una condanna ci scappa.
Le giudici del processo Ruby sono, tre su
quattro (Ilda Boccassini, Carmen D’Elia,
Orsolina De Cristofaro – la quarta è Giulia Turri) di nome e eloquio
meridionali. Ma anche di loro la leghista Milano non si vergogna. Sono
sufficientemente milanesizzate, utili cioè allo scopo.
Che lo Stato non abbia combattuto per vent’anni
la mafia è la tesi dei cinque giudici palermitani del processo Stato-Mafia.
Compresi gli anni ruggenti cioè di Caselli e Lo Forte. Palermo non ha pietà per
nessuno. Salva solo i Ciancimino e gli Spatuzza. Sperando che dicano il nome
fatidico.
Il segreto dell’inchiesta palermitana è nelle
venti pagine di sintesi che i giudici danno ai giornalisti. Che fissano al 1994
“la definitiva saldatura del patto Stato-mafia” scellerato. Conso, Mancino, Di
Maggio, erano falsi scopi, è nel ’94 che c’è Berlusconi. Tutti senatori i Pm
dell’accusa?
I Pm dell’accusa al processo Stato-Mafia sono
cinque. Si capisce che la mafia è indisturbata a Palermo, la Procura antimafia ha
altro da fare.
Pensare che Falcone distrusse la mafia da solo.
Contro il monopolio di Milano, il calcio tenta
di salvarsi dando la gestione degli arbitri a dirigenti del Centro Italia,
toscani, marchigiani, emiliani. Che però, se non rigano, a scadenza
ineluttabile vengono silurati. Tra
sospetti e sarcasmi, cosa in cui Milano eccelle. Ora è la volta di Nicchi e
Braschi.
Uno solo Milano ha salvato, Collina. Che è
toscano, ma era stipendiato dal Milan tramite la Opel, sponsor del Milan. E
andava a pranzo ogni settimana dal dirigente arbitri del Milan.
Ora che si vende, il 70 per cento circa in mano
pubblica (Provincia e Comune di Milano) della Milano-Serravalle viene offerto a
658 milioni di prezzo base. Senza autocritica, neppure dall’onesto Pisapia. Anche
se il prezzo è molto inferiore ai 220 milioni circa pagati per il 15 per cento
ai Gavio dalla Provincia. Ben otto anni fa. Con 176 milioni di sovrapprezzo “per
il controllo”.
“Ho avuto l’impressione che l’orchestra
coprisse un po’ troppo i cantanti”. Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, vuole
mettere le mani sul teatro Massimo, a partire dal direttore artistico, e quindi
si esibisce anche nella critica musicale. Di un’opera contemporanea inafferrabile
ai più, tra dissonanze e cacofonie. Inarrivabile Orlando.
Intramontabile anche: si può dire il sindaco
tutta Palermo, se non tutta la Sicilia. A ogni elezione fa il pieno, senza
eccezioni, mafia dunque compresa.
Una giornalista di “Report” scopre, da sola,
che la contabilità di Idv è falsa. Cosa che tutti sapevano (tutti i partiti
hanno una contabilità falsificata, più o meno, con finti centri studi, finti
convegni, finte pubblicazioni) Non la
Guardia di Finanza. Non Pignatone, o altro giudice della Procura di Roma. Che
continua a ignorare “Report”.
Oppure “Report” ha diffamato Di Pietro, perché
no? L’ex giudice ha fatto centinaia di cause per diffamazione e le ha vinte
tutte. la. Dunque si querelerà contro “Report”?
Viene Steinbrück, leader dei socialisti
tedeschi, e dice semplice la verità: “Il governo (Merkel) parte da un’analisi
insufficiente della crisi, ritenendo che si tratti di una crisi del debito
pubblico. È così solo parzialmente. A questa analisi insufficiente segue una
terapia sbagliata. E questa terapia viene praticata da due anni: risparmiare,
risparmiare, risparmiare. Intanto la situazione non diventa migliore ma anzi
più problematica. Gli Stati scivolano dalla recessione alla depressione”, il
credito internazionale si fa più difficile, bisogna “risparmiare” sempre di
più, eccetera.
Marchionne deve pagare una pagina della
“Nazione” per dire a Firenze quello che non ha detto: che non ha parlato male
di Firenze. È proprio vero che nemmeno la Fiat riesce a bucare il cominform.
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