Corvo, Izzo, elezioni, Anna Maria Cancellieri
ci è o ci fa?
“Cinque sfidanti, un vincitore”: il partito
Democratico. È commosso Curzio Maltese alla prima del Pd alle primarie, leggere
per credere:
Ma è possibile che le lettrici di “Repubblica”,
pur esaltandosi, siano maltesiane?
Tirano Monti per la giacca, che si candidi e faccia vincere il Centro. Per ignoranza o malafede, soprattutto dei giornalisti -
Monti non è candidabile, e non può fare liste a suo nome, essendo senatore a
vita.
Una maggioranza lombarda al Senato restaura il carcere per i giornalisti infedeli. Ci sarà anche qui la mano della ‘ndrangheta?
Oppure per stupidità. Uno ha che messo tante “patrimonialine”,
come signorilmente le chiama Monti, non prenderebbe un voto – forse nemmeno
della Merkel, ammesso che la Germania possa votarlo.
Una maggioranza lombarda al Senato restaura il carcere per i giornalisti infedeli. Ci sarà anche qui la mano della ‘ndrangheta?
Sarebbe esilarante, se non fosse angosciante,
la gimkana con cui Ambrosoli tenta di sganciarsi dall’abbraccio del partito
Democratico.
Ha ragione Albertini o il giudice Robledo, che
lo accusa, sui derivati sottoscritti dal Comune di Milano? Il giudice dice che
Albertini appaltò alle banche il calcolo della convenienza dell’operazione -
una perdita di 72 milioni, fino ad ora. Fu cioè complice di una truffa. L’ex
sindaco dice che il calcolo era stato fatto dai suoi uffici. Che sono quelli
che lo accusano, e ai quali il giudice crede. È comunque una storia di
ordinaria amministrazione a Milano: fregare.
C’è una sensazione subalterna, più forte della
principale, attorno ai derivati al Comune di Milano: che ha ragione Albertini e
torto la Procura, un angiporto. Dire dell’ex sindaco, cittadino come tutti e
manager di professione: “Non sa nemmeno che cos’è un’obbligazione”, è
linguaggio postribolare.
La Procura e il Tribunale di Milano che danno
ragione a due truffatori internazionali e torto ai Salesiani, nella vicenda
dell’eredità Gerini, non si sa se sono più squallidi o malfattori. Non c’è
limite al peggio. Sono però politicamente scorretti: Milano diventa meno
ipocrita?
Nell’enciclopedia filosofica tascabile di
Maurizio Ferraris per La biblioteca di Repubblica, alla voce “Libertà”, la
prima uscita, non figura nessun liberale. Kant e Hume naturalmente, e una
paginetta di Constant, accanto a Gide, Sartre, Vonnegut. E Pasolini. Non
Tocqueville né Berlin. Nessun italiano: Mazzini, Cattaneo, Croce, Einaudi,
Salvemini, Gobetti.
Raffaele Bonanni dubita
che la ministra Fornero foglia azzerare i vertici degli enti previdenziali, per
assicurare posti agli amici suoi (all’Inail) e del Pd (all’Inps) – il Pd è il
partito del suo consigliori, Francesco Tomasone. Vero o
falso? Vero. Perché i presidenti sono del partito (ex) di Bonanni, la Dc.
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