giovedì 15 novembre 2012

Ombre - 155

“Il dominio d’uno buono si dice Regno o Monarchia; d’uno malo si dice Tirannia; di più buoni si dice Aristocrazia; di più mali Oligarchia; di tutti buoni Polizia; di tutti mali Democrazia”. È un uno degli “Aforismi Politici” di Tommaso Campanella, in carcere, a fine 1601. Semplice.

Corvo, Izzo, elezioni, Anna Maria Cancellieri ci è o ci fa?

“Cinque sfidanti, un vincitore”: il partito Democratico. È commosso Curzio Maltese alla prima del Pd alle primarie, leggere per credere:
Ma è possibile che le lettrici di “Repubblica”, pur esaltandosi, siano maltesiane?

Tirano Monti per la giacca, che si candidi e faccia vincere il Centro. Per ignoranza o malafede, soprattutto dei giornalisti - Monti non è candidabile, e non può fare liste a suo nome, essendo senatore a vita.
Oppure per stupidità. Uno ha che messo tante “patrimonialine”, come signorilmente le chiama Monti, non prenderebbe un voto – forse nemmeno della Merkel, ammesso che la Germania possa votarlo.

Una maggioranza lombarda al Senato restaura il carcere per i giornalisti infedeli. Ci sarà anche qui la mano della ‘ndrangheta?

Sarebbe esilarante, se non fosse angosciante, la gimkana con cui Ambrosoli tenta di sganciarsi dall’abbraccio del partito Democratico.

Ha ragione Albertini o il giudice Robledo, che lo accusa, sui derivati sottoscritti dal Comune di Milano? Il giudice dice che Albertini appaltò alle banche il calcolo della convenienza dell’operazione - una perdita di 72 milioni, fino ad ora. Fu cioè complice di una truffa. L’ex sindaco dice che il calcolo era stato fatto dai suoi uffici. Che sono quelli che lo accusano, e ai quali il giudice crede. È comunque una storia di ordinaria amministrazione a Milano: fregare.

C’è una sensazione subalterna, più forte della principale, attorno ai derivati al Comune di Milano: che ha ragione Albertini e torto la Procura, un angiporto. Dire dell’ex sindaco, cittadino come tutti e manager di professione: “Non sa nemmeno che cos’è un’obbligazione”, è linguaggio postribolare.

La Procura e il Tribunale di Milano che danno ragione a due truffatori internazionali e torto ai Salesiani, nella vicenda dell’eredità Gerini, non si sa se sono più squallidi o malfattori. Non c’è limite al peggio. Sono però politicamente scorretti: Milano diventa meno ipocrita?

Nell’enciclopedia filosofica tascabile di Maurizio Ferraris per La biblioteca di Repubblica, alla voce “Libertà”, la prima uscita, non figura nessun liberale. Kant e Hume naturalmente, e una paginetta di Constant, accanto a Gide, Sartre, Vonnegut. E Pasolini. Non Tocqueville né Berlin. Nessun italiano: Mazzini, Cattaneo, Croce, Einaudi, Salvemini, Gobetti.

Raffaele Bonanni dubita che la ministra Fornero foglia azzerare i vertici degli enti previdenziali, per assicurare posti agli amici suoi (all’Inail) e del Pd (all’Inps) – il Pd è il partito del suo consigliori, Francesco Tomasone. Vero o falso? Vero. Perché i presidenti sono del partito (ex) di Bonanni, la Dc.

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