Amore – È uno “stato
d’animo buono” nei “Principia ethica” di Moore. È la disponibilità e l’apertura.
L’innamoramento
è della bellezza e la verità. Operazione estetica, se si vuole, e filosofica,
ma comune e corrente, e basicamente istintiva: un riconoscimento. È una forma
dunque del linguaggio, innata.
Coerenza – Non è più una
virtù. Non nel registro etico perché non fa più aggio in quello logico.
È
svanita con la fine dei sistemi, filosofici, estetici, politici. Con
l’indeterminatezza della logica, anche matematica. E con la fisica delle
instabilità e del caos. Ma non si saprebbe dare torto a Sherlock Holmes
(“L’enigma di Thor Bridge”): “Dove non c’è coerenza c’è inganno”.
La
coerenza non può essere un pregiudizio, un esito preformato. Ma è necessaria al
ragionamento, se non alla persona o al processo chimico-fisico: è una sintassi.
In un certo senso oggi rivoluzionaria.
All’epoca in cui impera l’irrealismo della logica, anche matematica. Mentre è
perplessa la fisica del caos e della complessità.
Corpo – G.E.Moore lo
spiega nei “Principia ethica”, ma ognuno ne accerta la verità: c’è una rispondenza
tra le “qualità” mentali e “le manifestazioni corporee del carattere – nell’aspetto,
nelle parole, nell’azione”.
Dio – Plutarco, “I
ritardi della punizione divina”, ha un “Dio indolente”, che dice inammissibile.
In tema di giustizia. La giustizia in effetti è solo divina. È umana per essere
divina, a nessun altro titolo vaga per il mondo.
Indizi – Si
attribuisce solitamente l’abilità deduttiva di Sherlock Holmes, il re degli
indizi, alla pratica medica del suo autore Conan Doyle, alla diagnostica. Ma
Doyle medico non fu famoso per l’occhio clinico e anzi ebbe pochi clienti.
Mentre in più punti dirà di considerare la medicina, come tutti i medici,
“un’arte”. Del resto Sherlock Holmes non mette in fila gli indizi, li
“penetra”. In un certo senso è qui il piacere che trasmette, una sorta di
orgasmo. “Le prove indiziarie sono molto pericolose”, gli fa dire Conan Doyle
nel “Mistero di Boscombe Valley”: “Sembrano indicare senza dubbio una
determinata cosa ma, se appena si osservano da un’altra angolazione, troviamo
che indicano, altrettanto indubbiamente, qualcosa di totalmente diverso”. Chi
ne fatto uso nella filosofia o nella storia, Gargani, Ginzburg, ne ha
sperimentato l’ambivalenza.
Pensiero – Quello più
ricorrente è del dentista, almeno due volte al giorno, le tante raccomandazioni
ultimative che ha fatto e che non seguiamo, il filo interdentale etc. Senza
emozione non è niente, anche sotto forma d’illuminazione, anticipazione,
memoria.
Preghiera – È il dialogo
anche laico e personalissimo con una razionalità o entità superiore, in
relazione alla quale operare – organizzare il bene (progresso), favorirlo. Lo
stesso in quella rituale e nelle forme della religiosità popolare, i voti, le
giaculatorie (nell’ortodossia l’esicasmo, una sorta di preghiera costante,
inavvertita). Il buon cittadino, oltre che la persona pia, si comporta come per
conformarsi a un’etica superiore, di un’entità o criterio con i quali discute.
Religione – Keynes ha nelle
“Mie prime convinzioni” le “pseuedoreligioni «di servizio»”. Dopo aver
riproposto la vecchia diatriba con le opere. Ma senza opporre alle opere la
grazia, bensì la fede o l’essere – il modo d’essere.
Keynes
elabora la “religione di servizio” distinguendo tra l’essere buono e il fare del
bene, che non pone in “intima connessione”.
Questa la cercano le “pseudoreligioni di servizio”. Il divino sta nella libertà
d’animo, “dalle cose terrene: ricchezza, potere, popolarità, e successo”. Che
non vuole dire rinuncia. Ma una religione che rende “superflua la morale – là
dove per «religione» s’intende l’atteggiamento verso se stessi e il supremo, e
per «morale» l’atteggiamento verso il mondo esterno e l’intermedio”.
Terremoto – È fonte di
angoscia, prima e più che di morte o danno fisico o materiale. Basta una scossa
del grado 3 Richter, non distruttiva ma sussultoria, rumoroso, ventosa, per
indurre nelle persone non avvezze, e anche in popolazioni estese non avvezze,
il panico e fino al delirio. Mentre uno sciame sismico di mesi o anni, cioè
scosse in serie, più volte al giorno e la notte, dello stesso grado o poco
meno, non distruttivo ma tutto avvertibile e avvertito, può lasciare relativamente
tranquille le persone e anche le collettività, come nel Delta padano in
primavera e da un paio d’anni a Mormanno. La paura è legata alla sorpresa.
zeulig@antiit.eu
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