sabato 1 dicembre 2012

Affondo ambrosiano sugli ospedali del Vaticano

Trema il Vaticano, coi suoi ospedali a Roma, sotto la ferula di Bondi, il commissario straordinario voluto da Monti. Che non smuove un centesimo dei due miliardi di pagamenti arretrati che deve agli stessi ospedali, e lo fa sapere. Mettendo in allarme le banche creditrici degli stessi ospedali. I debiti non sono troppi, più o meno equivalgono ai crediti, ma crescono con interessi elevati e composti.
Un passaggio della sanità cattolica “romana” a quella “ambrosiana” è alle porte, o comunque un suo indebolimento a favore degli interessi finanziari milanesi. È un timore del Vaticano, dopo essere stato per mesi – dopo la chiusura dell’affare San Raffaele – la scommessa degli ambienti finanziari. Ora che la tassazione straordinaria in favore della sanità (ex) pubblica è alle porte, l’affare si avvierebbe al closing.
Il San Raffaele, un complesso da almeno due miliardi, fu pagato 400 milioni. Ma dopo aver schierato la Procura di Milano e il “Corriere della sera” con una campagna demolitoria. Qui lo scontro è più sottile – le Regioni non pagano, si sa - ma altrettanto violento.
L’affondo contro il Vaticano è solo apparentemente bizzarro da parte del governo Monti, buon cattolico. Il Vaticano è debole, con un papa vecchio e straniero. Mentre il capitale confessionale ambrosiano attorno a Intesa (con l’ex funzionario delle Asl Rotelli quale longa manus nel settore) ha in questa fase tutti i poteri. Compresi i tre quarti buoni del governo: Monti, Passera, Grilli, Fornero, Balduzzi, e compreso Ornaghi, l’ex rettore dell’università Cattolica, una sorta di quinta colonna.

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