Questa
compilazione che bizzarramente non si ripropone è in tutto borgesiana, con “le
spalle zenitali di Greta Garbo”, “gli occhi murati di Gandhi”, Orson Welles
“non intelligente, geniale” (“soffre di
gigantismo, di pedanteria, di tedio”), o la modernità democratica
anti-tirannica di H.G.Wells, “La vita futura”, fatta di scienza, chauffeurs e aviatori, che era il punto
di forza dei tiranni dello stesso 1936, i laboratori di Hitler, gli chauffeurs e gli aviatori di Mussolini
in Etiopia. Un collage di Borges al
cinema, sul cinema – una cinquantina di “recensioni a grappolo” che scrisse per
“Sur” dal 1931 al 1945, più brevi testi sparsi – e nel cinema. Borges scrisse molto di cinema, e di più su altre
riviste, “Megafono” e un’altra di cui non dà il nome. Cozarinsky raccoglie solo
i testi di “Sur”, seguendo la traccia della critica-narrazione in cui Borges
eccelleva. Molto borgesiani peraltro gli echi, quasi calchi, di Alain Resnais in “L’anno scorso a Marienbad”
(ma Robbe-Grillet, che sceneggiava, conosceva bene il borgesiano “L’invenzione
di Morel”) e “L’anatomia di un suicidio”, del1968, come già in un documentario
del 1956 per la Bibliothèque Nationale, “Toute la mémoire du monde”, di
Rivette, “Parigi ci appartiene”, 1958, e perfino del Rosi di “Cadaveri eccellenti” –
meno le citazioni e appropriazioni borgesiane di Godard, con altri autori della nouvelle vague, di Straub, di
“Performance”, il film di Roeg con Mick Jagger, e altri.
Nel capitolo
finale, “Versioni, perversioni”, il curatore si produce nella temibile impresa
di confrontarsi a Borges recensendo sei degli otto film che al 1975 erano stati
tratti da suoi racconti e soggetti. Ci sono più invenzioni nelle poche righe,
per ogni film, di Borges.
Edgardo
Cozarinsky (a cura di), Borges al cinema
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