Un
lavoro da storico, se se ne seguono correttamente i meandri. Bucchi non si
limita ogni anno a commentare giornalmente l’evento, ma nell’evento riflette e
analizza costanti, rinascite, ritorni, con ombre, deviazioni, trappole. Piazza
Fomtana, l’Italicus, Bologna, Pisciotta e Sindona, Berlusconi e Padre Pio,
Bucchi non dimentica, e non tralascia.
Un lavoro
isolato, Bucchi non ha creato un genere. Ha faticato anche a trovare un
editore. Il fumetto è freddo, quando non è cattivo. La sua grafica distanzia
invece di coinvolgere, con collages, proiezioni, riproduzioni, viraggi d’immagini
note. Si può ridere, di un mondo non allegro.
Massimo
Bucchi, Italia povera, Saggiatore,
pp. 156 ill., € 13
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