L’edizione Allegretti riedita Contini,
completando l’Edizione Nazionale avviata col sesto centenario della morte di
Dante, 1921. L’edizione Formisano è la prima di un
progetto di riedizione di Dante, del Centro Pio Rajna, che
dovrebbe completarsi per il settimo centenario nel 2021.
“Il Fiore” è la
riscrittura abbreviata, in 232 sonetti, del “Roman de la Rose”. Con
l’attribuzione a Dante, Contini ipotizzò un soggiorno in Francia dell’allora
giovane poeta, nel 1286-87, poco dopo la pubblicazione e il successo del “Roman
de la Rose”, 1280. Il “Detto d’Amore” è coevo, e anch’esso rielabora il “Roman
de la Rose”, in 480 versi (che si suppone fossero in origine 720), con una
metrica più semplice, il settenario a rima baciata che usava Brunetto Latini.
L’attribuzione a Dante è ancillare a quella del “Fiore”, di cui riprende stilemi
e figure.
Le attribuzioni spostano
la bilancia complessiva di Dante. Da poeta-narratore, d’invenzione (la “Divina
Commedia”), a stilista e linguista. La ragione principale dell’attribuzione a
Dante del “Fiore”, e conseguentemente del “Detto”, è che l’io narrante in due
sonetti si riferisce a se stesso come a Ser Durante, la forma completa del nome
di cui Dante sarebbe il vezzeggiativo. Ma di più ha inciso in Contini la sua
idea di Dante come di un formidabile sperimentatore linguistico. Uno scienziato
della poesia, un ricercatore, uno che studiava senza requie: “La tecnica è in
lui una cosa di ordine sacrale, è la via del suo esercizio ascetico,
indistinguibile dall’ansia di perfezione”.
Dante Alighieri, Opere di dubbia attribuzione: il fiore e il detto d’amore, Salerno,
pp. 800 € 39
Dante Alighieri, Il fiore e il detto d’amore La Lettere, pp. 500 € 60
Nessun commento:
Posta un commento