lunedì 24 dicembre 2012

Fisco, appalti, abusi – 21

Si fa un regalo (a Roma 300 euro) a chi firma per una candidatura, alle politiche o alle amministrative indifferentemente. Le elezioni anticipate hanno portato quest’anno un regalo di Natale extra per alcune centinaia di migliaia di persone, anche se le firme necessarie a ogni candidatura sono state ridotte a un quarto. Il mercato della politica comincia da queste firme, del tutto inutili – e forse incostituzionali.

Si può avere l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota “per errore”, anche dopo alcuni anni di convivenza e alcuni figli. Con un regalo ai monsignori che lo gestiscono anche modesto.
Si può averlo da alcuni anni, da quando al ferreo Giovanni Paolo II (e al cardinale Ruini) è succeduto Benedetto XVI (e il cardinale Bagnasco).

Al mercato rionale del Trullo, a Roma, due sabati fa, tutti i banchi sono chiusi, eccetto un paio. Tre macchine della Polizia e 25 vigili (venticinque) presidiano l’area. I banchi sono chiusi perché devono essere “ambulanti” e non fissi. A chi vuole sapere come fare la spesa viene risposto: “Vada al supermercato”. E a chi obietta: “Che ci fate in tanti?”, la risposta è: “Badi a come parla!”.

Una lettera può arrivare dall’Inps con una convocazione “urgente”. Raggiunto l’ufficio, irraggiungibile, dell’Inps, e dopo lunga attesa, viene comunicato che per errore l’Inps ha corrisposto 40 euro più del dovuto. Che verranno recuperati in ragione di 3,35 mensili. E non è uno scherzo.

Si approfitti della convocazione urgente dell’Inps per chiedere come mai gli arretrati della pensione, nei mesi trascorsi tra la cessazione dal lavoro e l’inizio della quiescenza, non vengono pagati. La riposta sarà, testuale: “La pratica non è perfezionata”. “Manca qualche carta?” “No, è tutto a posto. Ma nell’iter manca una firma, che avrebbe dovuto essere doppia, e la pratica va rifatta”.
 
Si vada in banca di primo mattino, per esempio a Banca Intesa, per comunicazioni urgenti. Il funzionario è già uscito, appena entrato, “per il caffè”. Questa crisi è diversa dagli anni 1993-94: allora la paura di perdere il posto produsse un incremento di produttività notevolissimo (crollò l’assenteismo, l’orario lavorato fu effettivo, le pratiche si risolsero).

Si vada a rinnovare l’assicurazione, sicuri dell’orario continuato. Ora non più: si apre al pubblico in alcune ore. Anche i macchinisti del tram se la prendono comoda: se lampeggia un segnale non  mettono il mezzo in sicurezza a uno scambio, lo lasciano lì, a bloccare tutta la linea. 

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