Allattamento – La soprano
Annette Dasch diventa una vedette non
per la voce – e per l’eccezionale performance alla Scala nel “Lohengrin” all’ultimo
minuto - ma perché allatta, anche in camerino quando l’opera è lunga, come il
“Lohengrin”, cinque ore, la bambina. Che ha dieci mesi. È l’esito dell’adozione
in Germania, negli anni 1960, della pedagogia italiana, del “mammismo” – prima
il bambino veniva educato a sberle. L’infante viene di preferenza allattato
dalla madre, è accudito dalla stessa madre fino ai tre anni e solo dopo
comincia la scuola, ma continua a essere spensierato nel tempo libero, seguito
più che represso. Sono state cambiate per questo le leggi: una madre ha diritto
allo stesso posto di lavoro dopo tre anni, e nel periodo che passa in casa per
la maternità a cospicui assegni familiari - analoghe leggi sono state adottate
in Francia dieci anni più tardi, a fini demografici invece che pedagogici.
Questo
mentre in Italia si adottava, per un malinteso femminismo, l’indirizzo opposto.
Del bambino al nido, anche se sofferente, per mantenere la madre al lavoro. Da
parte di governi peraltro confessionali,
se non quasi di sacrestia. Fini di
sottogoverno: l’assunzione e la gestione del personale, i servizi e le
strutture (appalti) degli asili nido. La pedagogia ex italiana importata in
Germania ha infatti un costo inferiore a quello degli asili nido privilegiato
in Italia. Dove per ogni bambino lo Stato e il Comune spendono circa 12 mila euro l’anno. Senza contare gli
immobili in uso, con i relativi costi di manutenzione, ordinari e straordinari.
Ebraismo - C’è più letteratura che
religione nella Bibbia, sarà per questo che gli ebrei non si prendono molto sul
serio e si erano fatti tedeschi, ma in cuor loro no. C’è sempre un “narcisismo delle piccole
differenze”, nota Freud, un bisogno, se non un piacere, di disprezzare, odiare,
perseguitare, quanto meno ridicolizzare, il vicino prossimo. Gli ebrei per
esempio erano troppo simili ai tedeschi. Così come per secoli erano stati
troppo vicini al narcisismo cristiano. Con gli arabi è diverso, sono due popoli
vagabondi. Beduini, cammellieri, contemplatori delle stelle. Che fanno del
sangue la loro sostanza, checché la razza e la genealogia vogliano dire, la
filologia, la mitografia, la scienza del sé medesimo. Si dice che la contesa è
sul Dio unico ma non è vero: la vera contesa è sulla somiglianza.
Eugenetica – Abolire l’imperfezione dal mondo, la malattia, l’incapacità, il dolore, è richiamo inarrestabile. Ma, nella scia di Darwin e dell’evoluzionismo povero, ha portato a intendere l’eugenetica come perfezionismo. Per l’illusione canonizzata dall’“Enciclopedia Britannica” già nel 1910, e da successivi premi Nobel (per la Medicina Chares Richet, per l’Economia Gunnar Myrdal, per la Pace Alva Myrdal), che l’umanità, intesa come fisiologia umana, è perfezionabile all’infinito. E che la razza è biologica, l’ereditarietà è razziale. Per questo quindi alla base delle dottrine razziste, oggi perente, per primo il nazismo. Ma anche, e di più, alla base dell’eugenetica come forma umana della selezione naturale. Applicata alle nascite: controllo delle nascite, con la contraccezione ma anche mediante l’aborto procurato (di figli deformi o comunque indesiderati, spesso le femmine), sterilizzazione, delle donne prolifiche (referendum a Berna nel 1926), dei devianti, ladri o assassini (negli Usa dal 1907 fino al 1980), dei folli o minorati gravi (in Danimarca dal 1929, in Svezia dal 1935 al 1976). Ora anche con l’eutanasia.
L’eutanasia fu
praticata estesamente in Germania negli anni di Hitler per gli handicap fisici
gravi o mentali. Ma non fu un’eccezione. Il Nobel 1913 per la Fisiologia e la
Medicina, Charles Richet, iniziatore della sieroterapia e benemerito studioso
dell’anafilassi, spiega in “La sélection humaine” l’anno del Nobel, che “il
primo passo nella via della selezione è l’eliminazione degli anormali”. Non
volontaria, proprio come nella Germania hitleriana, per handicap accertato. E
questo “dopo l’eliminazione delle razze inferiori”. Il razzismo biologico, che
si vorrebbe confinare nel mostruoso, insieme con tutta la Germania di Hitler, è
stato invece, è, di comune accezione, e anzi orgogliosamente rivendicato come
segno di civiltà. Richet non vedeva “nessuna necessità sociale di conservare i
bambini tarati”. Il libello era inteso a
estendere a gialli e neri la “selezione individuale” che si deve praticare tra
i bianchi: una “selezione specifica, scartando risolutamente ogni mescolanza
con le razze inferiori”.
Gli stessi concetti
Richet riprende nel 1919 in “L’homme stupide”. Quest’ultimo è un pamphlet
antibellicista, ma anche fortemente razzista – “I negri non hanno niente di
analogo (all’umanità bianca). Continuano a vivere, anche in mezzo ai bianchi,
un’esistenza vegetativa, senza produrre nient’altro che acido carbonico e urea”.
Come i gialli, già condannati in “La sélection”.
Richet per primo formulò
la dottrina alla base del programma hitleriano dei Lebensborn, la selezione attraverso
“l’accoppiamento dei migliori”. Con il coinvolgimento di molti “esemplari umani”
scandinavi, soprattutto donne. “Dunque si possono modificare le specie con la
selezione”, concludeva Richer: “Dunque c’è trasmissione ereditaria. Dunque,
continuando questa selezione, cioè l’accoppiamento dei migliori, senza
sospensioni, per numerose generazioni, si forzeranno certi caratteri, sia psicologici
che fisici, a fissarsi sulla specie. Perché la forma dello spirito è sottoposta
all’eredità, tanto quanto la forma del corpo”.
Molte le pratiche
eugenetiche per il “miglioramento della razza umana”. La Rassenhygiene nazista
fu un’altra parola per la stessa cosa. E arrivò all’Olocausto al
termine di una progressione decennale: il gas e le altre tecniche di uccisione
di massa furono introdotte per i tedeschi portatori di handicap, il
programma T 4. Il programma Lebensborn mirava al miglioramento della specie attraverso
accoppiamenti selettivi (ufficialmente, le
cliniche Lebensborn non erano pensioni equivoche dove bionde scelte copulavano per
migliorare la razza, ma accoglievano le donne incinte dei soldati, per evitare
gli aborti). In chiave eugenetica
si ponevano gli esperimenti di Mengele nei lager
di Hitler sui gemelli. Molta eugenetica si sperimentò a Mosca fino alle grandi
purghe del 1936, parte della campagna antireligiosa esclusiva in quegli anni.
Nell’Istituto per le resurrezioni. E in vari programmi di accoppiamenti con
scimmie – sempre smentiti. In India, in Cina e nei paesi islamici è pratica corrente
l’aborto provocato selettivo, se il nascituro è femmina.
Imitazione – Ci sono più
uxoricidi, da qualche anno o mese a questa parte? Statisticamente sì. Anche ad
allargare la categoria ai “femminicidi”, agli assassinii di donne perché più
deboli, spesso anziane, o perché oggetto di desiderio. Non si può dire che prima c’era ma non se ne parlava. Questo è vero, ma non ce n’erano così tanti quanti oggi, non almeno secondo le statistiche dei casi denunciati e\o accertati. E
dunque un effetto “imitazione” c’è. Specie sulle menti più deboli o annebbiate,
dalla solitudine, dalla colera. È come se il tanto parlare della violenza sulle
donne, invece di ridurla, l’accrescesse.
Islam –
La modernità vi è stata laica, nel dopoguerra e nelle guerre di indipendenza.
Oggi va col fanatismo religioso. Nelle comunicazioni, ultimo il blackberry.
Nelle strategie di comunicazione: tempi, modi, “messaggi”. Negli esplosivi.
L’uso politico della fede era oggetto della critica delle
“Provinciali”, le lettere di Pascal.
Si parla molto di dialogo tra le fedi. Ma non è il problema principale,
ogni chiesa può benissimo stare per sé. Tra le fedi si pone un problema di
etica (politica). Di rispetto di alcuni valori, tra le comunità e all’interno
di ognuna di esse. E un problema di identità: che per secoli ha afflitto i
mussulmani, sottoposti al colonialismo e all’imperialismo occidentale, se non
cristiano. E da qualche anno minaccia invece l’Europa.
Sono i termini in cui papa Ratzinger ha posto la questione, ma sono gli
unici validi.
Ci sono pregiudizi. Anche contorti. Una persona sensibile come Augias
sostiene la scemenza che i terroristi islamici sono come i martiri cristiani.
astolfo@antiit.eu
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