C’è il bipolarismo, radicato. Non c’è più il Nemico. C’è
il radicamento, bene o male, del Pd e di Berlusconi. C’è il nessun peso
politico della chiesa, specialmente rifiutato dai parroci, alle prese col ben
più grave problema della scristianizzazione. Monti sembra vecchio, malgrado i
dinieghi, proprio per questo, per non sapere in che mondo si trova. Compresa l’Udc,
la cui base elettorale, a Roma e in Sicilia, è quella più legata al
sottogoverno, la vecchia politica – la scelta di Monti di lasciare a Casini e
Fini (ammesso che superi il 2 per cento) le liste non è ingenua, Passera ha ragione. Anche twitter, in mano sua,
non funziona – è più sveglio il papa. E l’ascesa: non è battuta che possa spopolare
nei talk show cui si indirizza. Anche
Bondi, più che altro sembra un sacrestano.
sabato 29 dicembre 2012
Il quasi democristiano - postmoderno?
Twitter e l’“ascesa” sono innovativi, il decoro e il linguaggio
vecchia maniera. Monti politico è più che mai passatista. Anni Cinquanta. Col
convento, quando un medio albergo offriva di più. E quel non voler essere una
Democrazia Cristiana, che è molto democristiano – con la Libertas scudocrociata
peraltro a simbolo. Con le correnti in forma di partiti dei capetti. E l’endorsement esterno, del solito Vaticano
e della Germania al posto degli Usa. Si può
dire un postmoderno della politica, ma non sembra, a ben guardare, tanto
scafato: va con l’agilità del bulldozer. Mentre il mondo è un altro, e pure l’Italia.
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