Si vede anche dal parterre del Nobel che Berlino ha fatto assegnare all’Ue: a Stoccolma molti leader europei non ci andranno nemmeno. Stanchi della vigilanza europea sulle banche che la Germania non vuole, o del bilancio che non si riesce a chiudere. Alcuni ci andranno, da Atene o Madrid, sperando che Angela Merkel finisca di vetare le soluzioni che pure si è impegnata a sostenere. Sono tre anni che niente si riesce a fare in Europa, se non le leggi di bilancio secondo il modulo tedesco. Ma non da ora, l’Ue è asfittica da molto tempo.
Risuscitata a Roma
Si celebra sempre la Ceca, l’Europa del carbone e dell’acciaio
tra Adenauer e Schumann e si dimentica che, senza l’Italia, dopo il rigetto francese
della Ced, la difesa europea, e del riarmo della Germania, non ci sarebbe stata
nessuna Europa. La quale non per caso nacque a Roma, nel 1957, che l’aveva risuscitata. E si allargò, da
ultimo, con la presidenza Prodi – un Prodi praticamente contro tutti.
L’Ue è tedesca e francese, però, più per demerito
degli altri partecipanti che per prepotenza dei due paesi che ne traggono
vantaggio. Il che è la prova del nove che l’Unione è altro che l’asse
tedesco-francese: non si muove se gli altri non si muovono. L’Italia per esempio,
come fu da ultimo con Prodi per l’allargamento, o l’Olanda per l’euro e la Bce.
Una riprova anzi al quadrato: l’Europa è asfittica da
quando gli altri se ne sono disinteressati, l’Olanda in una lunga crisi
politica, l’Italia per l’improvvidenza di Berlusconi e Tremonti. Anche coi loro
governi l’Italia ha fatto del suo meglio per restare nei canoni dell’euro,
senza mai barare (come hanno fatto invece Germania e Francia). Ma a malincuore,
e senza mai farne una politica attiva, quale avrebbe dovuto essere. Anzi, con
un senso inutile di ripicca. Riviste su youtube, le quindicinali tra Merkel e Sarkozy
che hanno tenuto banco per tutto un anno, appestando l’Ue, si confermano roba
da guitti. Ma l’Italia se ne è fatto bandiera per le sue piccole guerre civili - salvo inutili collere.
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