Proust non ha scritto sempre lo stesso
libro, qui si vede. Ma l’ultimo “pezzo”, un racconto di tre pagine firmato
Pierre de Touche, è su un amore impossibile, di cui la “Ricerca” diverrà il
teatro – dopo essere stato ripreso due anni dopo, nel 1893, in “Prima della notte”,
sulla “Revue Blanche”, e cinque anni dopo in “L’indifferente” (“I piaceri e i
giorni”). S’intitola “Souvenir”, è una storia di Normandia, ambiente anche del
precedente pezzo, “Cose normanne”, già noto, e ha per protagonista una Odette.
Un’amica della vita spensierata delle partite a tennis già con gli occhi “cerchiati
di nero”. Ma questa Odette è solo malata. In una casa piena di disgrazie.
Anche Pierre de Touche ritorna nel
romanzo, censito una volta in “Guermantes” e una in “Sodoma” da Jérôme Prieur nella
lunga prefazione che prende la metà del libro, “Proust avant Proust”. Ma Odette
intriga di più. Partendo dal “Mensuel”, un’esperienza di un anno poi
completamente obliterata, Prieur s’interroga sulla sparizione di due amici
intimi di Proust negli anni famosi del liceo Condorcet, Otto Bouwens, di un anno più giovane di Marcel, e del coetaneo Gabriel
Trarieux. Che hanno entrambi larga parte nel “Mensuel”, Otto come editore e
direttore, Gabriel come nume tutelare. Entrambi di ottima condizione, Otto Bouwens
Van der Boijin, barone, figlio di architetto rinomato, Trarieux di un avvocato
importante, senatore, futuro ministro di
Giustizia, primo dei dreyfusardi, fondatore della Lega dei Diritti dell’Uomo. Nonché
di Horace Finaly, figlio del creatore e padrone della Banque de Paris et des
Pays Bas. Tutt’e tre più in vista anzi delle altre amicizie che Proust mondano
coltiverà, di Daniel Halévy, Jacques Bizet, Robert Dreyfus. L’altra metà della
compagnia alla quale aveva imposto al liceo i suoi giornaletti a mano, “Le
Lundi”, “La Revue verte”, “La Revue lilas”. Una cancellazione radicale, anche
dalla foltissima corrispondenza, e per questo ancora più bizzarra: voluta cioè e
non casuale.
Prieur vuole che Swann sia Otto, e anche
Odette. Ma più insegue tracce dello stesso Proust in Odette, nel passato
equivoco, bisessuale, di Odette ragazza. Introducendo estesamente a questo fine,
anche se fuori tema, un parallelo fra i due ritratti pittorici, quello di Proust a opera
di J.-È Blanche nella realtà, e quello di una Miss Sacripant a opera di Elstir nel
romanzo. Perché entrambi sono ridotti al viso, cancellati il corpo e le mani,
che nella realtà Blanche aveva, a suo dire, distrutto insoddisfatto, prima che
Proust salvasse la testa. Quello di Miss Sacripant, che nel romanzo è “proprio
un ritratto di Odette de Crécy”, è nella stessa pagina anche quello “d’una
ragazza un po’ ragazzo”, oppure di “un giovane appassionato vizioso e sognatore”.
Marcel Proust, “Le Mensuel”
retrouvé, Editions des Busclats, pp. 143 € 15
Nessun commento:
Posta un commento