Non si fa più il conto delle malefatte del governo
lombardo. Da ultimo di Monti. Che impone tasse onerosissime ai più, e impone
anche di pagare uno specialista per decifrarle. E dell’ineffabile Bondi, che i
tagli di spesa impone al Sud, e alla sanità pubblica. Da ultimo con la
insolente nomina a commissario della sanità nel Lazio. Milano forse veramente non
vuole la scuola, che rende poco, ma la sanità sì. Se non gli ospedali del
Vaticano, non tutti, sicuramente vuole quelli dello Stato: abbatterli per fare
posto alla cricca Bazoli-Rotelli.
Può essere un fatto positivo se l’Italia ne prende
atto - quanti altri misfatti Milano dovrà compiere prima che la ripulsa diventi
generale? Sarà difficile, poiché i capitali sono ormai al cento per cento a
Milano: il ventennio di Mani Pulite, di Berlusconi, della Lega, delle
privatizzazioni, dell’attacco alla Banca d’Italia ha condotto tutta la finanza
e la banca a Milano. Ma vie di fuga ce ne sono: la prima potrebbe essere europea.
Finanziarsi a Francoforte non costa di più che a Milano, e anzi di meno. Se il
merito di Monti è di parlare con la Germania, perché no?
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