giovedì 13 dicembre 2012

Merkel über alles - l'eccezione tedesca

La vigilanza alla Bce sulle banche della zona euro è infine passata dopo una forte resistenza tedesca. Con limiti: la vigilanza europea entrerà in vigore dopo le elezioni tedesche, tra un anno. E con l’eccezione della Landesbanken tedesche, gli istituti di credito della politica regionale in Germania.
È stata la riprova ennesima, per la delegazione italiana, che niente si può fare in Europa che non voglia la Germania, e che si può fare solo quello che vuole la Germania. È vero, è da aggiungere, che niente si può fare nell’euro se non all’unanimità, ma il veto tedesco è l’unico politicamente corretto.
Il voto contrastato cade mentre la Germania monta una campagna vittimistica, contro il “populismo antitedesco”. Attribuito ridicolmente a Berlusconi – ridicolmente perché finisce per essere una vera pezza d’appoggio a un’eventuale offensiva europeista antitedesca, se non a innescarla. Ma nello specifico della vigilanza bancaria bisogna dire che la proposta è tedesca. Del membro tedesco del direttivo della Bce, l’economista Jörg Asmussen. Che è socialdemocratico e specializzato della Bocconi, ma è stato anche direttore generale e sottosegretario alla Finanze. Più che di Germania, bisogna dunque parlare di interessi della coalizione democristiana, Cdu-Csu, raccolta intorno alla cancelliera Merkel. 
La resistenza contro la vigilanza europea. del ministro dell’Economia Schaüble, Csu, si basava su questo argomento: la Bce entrerebbe in conflitto d’interessi, cumulando la politica monetaria con la vigilanza sulle banche. Conflitto di cui invece non soffrivano la Bundesbank, la banca centrale tedesca, e le altre banche centrali nazionali? Una posizione palesemente artificiosa, ma utile a ottenere l’eccezione per le Landesbanken.

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