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mercoledì 19 dicembre 2012

Ombre - 159

Berlusconi da Vespa sembra la maschera di se stesso. Cioè di un’altra maschera. E ripropone acuto il quesito di sempre: che politica è quella a cui si oppone, e che tante volte ha sconfitto? Quale astio così profondo, o disprezzo, deve impersonare per meritarsi la fiducia malgrado il cerone?

Cioè, non sembra: Berlusconi vuole essere un attore (non bravo) in maschera. Nonché l’unico oggetto della satira in tv, dei giudici di Milano, dei giornali, degli scienziati politici, di ogni benpensante. A suo agio nel “teatrino della politica” che a intermittenza si concede di dileggiare, cioè stimolare.

Era difficile, ma il monologo di Benigni contro Berlusconi, benché lungo, l’ha reso quasi simpatico – ha reso simpatico Berlusconi.

Alessandro Figà Talamanca scrive con cifre e dati al “Corriere della sera” sull’annosa questione dei troppi abbandoni universitari. Che ora si vorrebbero legare al reddito. Gli economisti del “Corriere” Andrea Ichino e Daniele Terlizzese, gli rispondono di andarsi a leggere l’“Economist” del 4 febbraio. Di che pentirsi dei sacrifici per imparare l’inglese.

Il ministro tecnico della Cultura Ornaghi, milanesissimo rettore di molte università, si legge sul “Corriere della sera” perplessi: “Le riposte formali, retoriche ed evanescenti, anche se «di cortesia», non sono un malvezzo che, al apri delle critiche sprovviste di un realistico contributo costruttivo, lasciano marcire i nostri annosi problemi, tenendoli avvolti in un sempre meno tollerabile involucro di parole, dichiarazioni convenzionali, grida…”. Ecco cosera, manzoniano!

Mezzo Consiglio regionale Lombardia sotto accusa perché si faceva pagare dalla Regione anche i gelati. Ma Formigoni si erge e assicura: “Batman non c’è in Lombardia.Qui le regole sono molto chiare, nette, e del tutto diverse da quelle vigenti in altre regioni: i nostri gruppi le hanno rispettate fino in fondo”. La merda della Lombardia profuma meglio.


Il mezzo Consiglio incriminato a Milano è di destra. È anzi tutta la destra. Non è possibile, la responsabilità penale è individuale – e le spese sono da regolamento: i fringe benefits, le retribuzioni in uso dal 1980 per evitare il fisco. Ma il giudice Robledo è inflessibile: solo la destra ruba. Che ci veda solo con l’occhio destro?
Un giudice a Milano può fare di tutto.

Flop di Gabriele Muccino col suo ultimo film negli Usa, “Quello che so sull’amore”. Per colpa dell’America, dice Muccino. In una col suo intervistatore Curzio Maltese, noto censore delle colpe nazionali. Ora, si vede, anche americane. Dio ce ne salvi?

L’ex primo ministro liberale belga Verhofstadt, intervistato da “Repubblica”, porta a paladini del buongoverno l’“Economist” e il “Financial Times”, i giornali delle banche. Fesso non dev’essere. Forse non sa l’inglese?

Grande schieramento di autorità tedesche nei giornali che contano, “Repubblica”, “Corriere della sera”, “Stampa”, “Messaggero”, contro Berlusconi: ministri, capipartito, onorevoli, giornalisti. Tutti peraltro brutti. Poi dice che Berlusconi vince le elezioni.

Avevamo Bruxelles a decidere il calibro delle uova. Ora ce l’abbiamo anche per il governo perfetto – è inutile votare? Un solo commento appropriato tra tanto entusiasta europeismo dei media, Polito che sul “Corriere s’indigna per “Il congresso di Bruxelles”. È anche un titolo ovvio, ma nessun altro vi si esercita.

Non si può nemmeno dire “vergogna! venduti”, come alla partita: chi pagherebbe un giornalista italiano? Sono tutti figli della loro sprovvedutezza. Delle università di giornalismo anche, che insegnano a non sapere nulla.

“Repubblica” illustra il rinnovamento del Pd con due “raccomandate”: Sandra Zampa e Marianna Madia.

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