Cioè, non sembra: Berlusconi vuole essere un attore (non bravo) in
maschera. Nonché l’unico oggetto della satira in tv, dei giudici di Milano, dei
giornali, degli scienziati politici, di ogni benpensante. A suo agio nel “teatrino
della politica” che a intermittenza si concede di dileggiare, cioè stimolare.
Era difficile, ma il monologo di Benigni contro
Berlusconi, benché lungo, l’ha reso quasi simpatico – ha reso simpatico
Berlusconi.
Alessandro Figà Talamanca scrive con cifre e
dati al “Corriere della sera” sull’annosa questione dei troppi abbandoni
universitari. Che ora si vorrebbero legare al reddito. Gli economisti del
“Corriere” Andrea Ichino e Daniele Terlizzese, gli rispondono di andarsi a
leggere l’“Economist” del 4 febbraio. Di che pentirsi dei sacrifici per imparare
l’inglese.
Il ministro tecnico della Cultura Ornaghi,
milanesissimo rettore di molte università, si legge sul “Corriere della sera” perplessi: “Le
riposte formali, retoriche ed evanescenti, anche se «di cortesia», non sono un
malvezzo che, al apri delle critiche sprovviste di un realistico contributo
costruttivo, lasciano marcire i nostri annosi problemi, tenendoli avvolti in un
sempre meno tollerabile involucro di parole, dichiarazioni convenzionali,
grida…”. Ecco cos’era, manzoniano!
Mezzo Consiglio regionale Lombardia sotto
accusa perché si faceva pagare dalla Regione anche i gelati. Ma Formigoni si
erge e assicura: “Batman non c’è in Lombardia.Qui le regole sono molto chiare,
nette, e del tutto diverse da quelle vigenti in altre regioni: i nostri gruppi
le hanno rispettate fino in fondo”. La merda della Lombardia profuma meglio.
Il mezzo Consiglio incriminato a
Milano è di destra. È anzi tutta la destra. Non è possibile, la responsabilità
penale è individuale – e le spese sono da regolamento: i fringe benefits, le retribuzioni in uso
dal 1980 per evitare il fisco. Ma il giudice Robledo è inflessibile: solo la
destra ruba. Che ci veda solo con l’occhio destro?
Un giudice a Milano può fare di tutto.
Flop di Gabriele Muccino col suo
ultimo film negli Usa, “Quello che so sull’amore”. Per colpa dell’America, dice
Muccino. In una col suo intervistatore Curzio Maltese, noto censore delle colpe
nazionali. Ora, si vede, anche americane. Dio ce ne salvi?
L’ex primo ministro liberale belga Verhofstadt,
intervistato da “Repubblica”, porta a paladini del buongoverno l’“Economist” e
il “Financial Times”, i giornali delle banche. Fesso non dev’essere. Forse non
sa l’inglese?
Grande schieramento di autorità tedesche nei
giornali che contano, “Repubblica”, “Corriere della sera”, “Stampa”, “Messaggero”,
contro Berlusconi: ministri, capipartito, onorevoli, giornalisti. Tutti
peraltro brutti. Poi dice che Berlusconi vince le elezioni.
Avevamo Bruxelles a decidere il calibro delle
uova. Ora ce l’abbiamo anche per il governo perfetto – è inutile votare? Un
solo commento appropriato tra tanto entusiasta europeismo dei media, Polito che
sul “Corriere s’indigna per “Il congresso di Bruxelles”. È anche un titolo
ovvio, ma nessun altro vi si esercita.
Non si può nemmeno dire “vergogna! venduti”,
come alla partita: chi pagherebbe un giornalista italiano? Sono tutti figli
della loro sprovvedutezza. Delle università di giornalismo anche, che insegnano
a non sapere nulla.
“Repubblica” illustra il rinnovamento del Pd
con due “raccomandate”: Sandra Zampa e Marianna Madia.
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