Non è una barzelletta, è un fatto. Una regressione
accentuata negli ultimi decenni, rispetto agli anni 1970 – l’involuzione è
cominciata nella decade successiva (la generazione precedente, il commendator
Borghi, creatore della Ignis, Angelo Rizzoli senior, l’ex martinitt produttore
di Fellini, si sforzavano di parlare italiano). Registrata in settori tradizionalmente
trainanti, e sempre d’avanguardia: le macchine utensili, i detergenti, le
vernici, la metallurgia fine.
Ai nuovi commerciali si richiede ora, prima dell’improbabile
inglese, la conoscenza dell’italiano. In attesa di eliminare il nodo della
questione, i direttori e i direttori generali che sanno solo pensare e parlare
in dialetto.
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