I due sono imputati – la condanna è attesa una
settimana dopo le elezioni – di avere ascoltato una telefonata intercettata di
Fassino, allora a capo dei Pd-Ds (“Abbiamo una banca”, la Unipol-Antonveneta).
Un’intercettazione non divulgabile, che ai due è stata portata da un personaggio
a loro sconosciuto. Subito pronto, a tempo, dovuto, ad accusarli.
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