giovedì 17 gennaio 2013

Ombre - 162

La Fiat fa la cassa integrazione a Melfi, come da programma e in accordo con i sindacati. Il Pd, Vendola e Di Pietro accusano la Fiat dei padroni” - perfino Monti.... Sono lo schieramento che  “La Stampa”, il giornale della Fiat, sostiene. Un esempio di libertà di stampa.
Ma non sono le vecchie procedure di produzione, che ora si smantellano, la causa della caduta di competitività delle produzioni italiane? La libertà come fede, dunque, invece che come verità.

Che fine ha fatto Nadia Macrì, è un po’ che non va a letto con qualcuno – o i giudici dormono?”,
questo sito lamentava undici mesi, ormai, fa. Ma rieccola! Da Napoli riemerge a Palermo, e poi a Parma, e fa fare le retate. Sempre in attesa, dice, d’incontrare Berlusconi. Era scomparsa perché non c’erano elezioni.
Viene anche su “Repubblica”, onorata. Ma meglio non sarebbe venuta in video sul sito, come si mostra in giro per l’Italia, a luci rosse?

Tanto tuonò, l’Agnelli presidente della Juventus,  che rivotò Abete alla presidenza della Federazione Calcio. Come se nulla fosse. Lo sport è della Dc imperitura – anche lo sport.

C’è Ingroia a “Ballarò” il giorno che la Consulta ne sconfessa le intercettazioni di Napolitano. Ma l’argomento è il redditometro. E il giudice delle intercettazioni è chiamato da Floris a rispondere del redditometro. Agenda staliniana?

Il giudice Ingroia, invitato a “Ballarò” a discutere di tasse e redditometro, nulla ne sa, palesemente. Si limita a dire: “La classe politica è screditata”. Senza autocritica, da vero giudice.

Il giudice Ingroia candida Zappadu, il paparazzo della villa di Berlucconi. Ma Zappadu sta ai Caraibi, coi soldi di De Benedetti, e rifiuta l’invito. Chi si somiglia si piglia?

Si dice che Zappadu sta in Colombia, con sottintesi guerrigliereschi, ma sta ai Caraibi.

Il gallurese Zappadu Ingroia vuole candidare in Piemonte. È fermo al Regno di Sardegna?

Si prenda un giorno qualsiasi, martedì. L’industria perde un terzo della produzione. Migliaia di aziende chiedono all’Eni e all’Enel di rateizzare le bollette del gas e della luce. Il mercato immobiliare si dimezza. E la Banca d’Italia che fa: continua la battaglia contro l’uso del bancomat ai Musei Vaticani. Roba che nemmeno la massoneria.

Bisogna difendere la patria e criticare la Bundesbank. Ma che abisso tra Bundesbank e Banca d’Italia, che costa di più. O tra Jens Weidmann e il duo Visco-Saccomanni. Di cui Bersani vuole fare i ministri dell’Economia.

Una storia della Banca d’Italia recente può essere solo quella della sua sottomissione al potere bancario. Draghi lo sapeva mascherare, Visco no, ma la Banca d’Italia non conta nulla – forse nemmeno più come ufficio studi. Disintegrata dagli speculatori del partito della crisi, i banchieri, Bazoli in testa, e gli editori affaristi, De Benedetti in testa.

Il Belgio, unico vero Stato patrimoniale, nel senso di Max Weber, dove ognuno ha diritto al pizzo, ognuno dei ricchi-e-potenti, accusa la regina Fabiola di evasione fiscale. Perché è l’unica fuori dal coro?

Massimo Boldi, il comico, sente da Santoro tra i giovani del pubblico battute feroci contro Berlusconi. Poi vede gli stessi giovani negli intervalli pubblicitari affollarsi per una foto  con Berlusconi. Sono pagati per le battute feroci o per le foto ricordo? C’è la disoccupazione giovanile, certo.

Spread ai minimi” – a 260?, “Il Tesoro si finanzia a tassi reali negativi” all’improvviso, i grandi giornali titolano pro Monti. Senza riguardo per la realtà, o per i lettori.

Nessun dubbio che la proposta Marchionne per una riduzione concordata della produzione di auto in Europa era utile e anche necessaria. Bruxelles l’ha respinta perché così ha voluto la Volkswagen. Ma perché tanta disattenzione, venata d’irrisione, nei giornali italiani, “Il Sole 24 Ore” compreso (“La Stampa”, Fiat, si è astenuta)?

Depardieu si esilia in Belgio (ora a Mosca?) per evitare il fisco. È un classico: i francesi sempre se ne vanno a Bruxelles per evitare sbirri e creditori, Dumas, Baudelaire, Victor Hugo. Il mancato pagamento dei debiti aveva una tradizione illustre.

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