venerdì 11 gennaio 2013

Il mite egoista

Malinconia a piene mani, benché temperata dalla gioiosa Liberazione – è il 1945. Come all’osteria romana che Saba frequenta con piacere, indisturbato potendo non parlare con nessuno. Il mite egotista è qui senza remore. Che gli eventi rimpicciolisce, anche la guerra, anche la persecuzione, nelle piccole moralità, di osservatore sommesso. Zampillante, detto questo, di umori: Dante “bambino”, Prost “femmina”, Penna “materno”, Carducci “grossolano (“Sei nella terra fredda – Sei nella terra negra”), Ungaretti giusto killer di poeti. Volentieri aforistico – moralista cioè, anche se rifiuta Kant. Nel mondo popolato, “si sa”, da “innumerevoli angeli”. Sempre infantilmente attaccato anche a queste prose minime, che lima in continuazione – ne dà fino a tre e quattro versioni, di Verdi “genitale” invece che “geniale”, dell’amato Parini gentile pederasta, di “Guerra e pace” grandioso come l“Iliade” e già miorto.
Umberto Saba, Scorciatoie e raccontini, Einaudi, pp. 197 € 19

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