Umberto Saba, Scorciatoie e raccontini, Einaudi, pp. 197 € 19
venerdì 11 gennaio 2013
Il mite egoista
Malinconia a piene mani, benché
temperata dalla gioiosa Liberazione – è il 1945. Come all’osteria romana che Saba
frequenta con piacere, indisturbato potendo non parlare con nessuno. Il mite
egotista è qui senza remore. Che gli eventi rimpicciolisce, anche la guerra,
anche la persecuzione, nelle piccole moralità, di osservatore sommesso.
Zampillante, detto questo, di umori: Dante “bambino”, Prost “femmina”, Penna
“materno”, Carducci “grossolano (“Sei nella terra fredda – Sei nella terra
negra”), Ungaretti giusto killer di poeti. Volentieri aforistico – moralista cioè,
anche se rifiuta Kant. Nel mondo popolato, “si sa”, da “innumerevoli angeli”. Sempre
infantilmente attaccato anche a queste prose minime, che lima in continuazione –
ne dà fino a tre e quattro versioni, di Verdi “genitale” invece che “geniale”,
dell’amato Parini gentile pederasta, di “Guerra e pace” grandioso come l’“Iliade” e già miorto.
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