martedì 29 gennaio 2013

Il mondo com'è (125)

astolfo

Costituzione – Intoccabile legislativamente, è stata modificata “materialmente”, dicono i giuristi, cioè di fatto: dalla prassi e nella giurisprudenza. Nel senso del presidenzialismo, del presidente della Repubblica, non eletto con votazione popolare. Della magistratura slegata da ogni codice, anche etico. Dei sindacati, nel senso dell’inadempienza – ma non dell’irrilevanza. Del decentramento: troppo e troppo poco, rispetto agli intendimento e al quadro costituzionale.
Modificata da una maggioranza da sempre anticostituzionale seppure legale: presidenza della Repubblica, Csm, Corte Costituzionale, Procure della Repubblica. Di “sinistra”, la stessa parte politica che la Costituzione dice intoccabile.

Facebook – Fiera delle vanità e anche mercato delle influenze? L’ex sindaco di Parma, Vignali, che ai suoi sostenitori chiedeva messaggi di sostegno, i giudici di Parma hanno arrestato – uno dei tanti mandati d’arresto – con questo capo d’accusa: il sostegno dichiarato su Facebook come mercato politico delle influenza.
Vignali è di destra e la cosa si spiega forse per altri versi, Facebook è un Ersatz  – “stiamo arrivando ai vertici”, ha detto ai giornali il procuratore Laguardia, e intende Berlusconi. L’arresto è servito a poter mettere su pagina le trascrizioni delle conversazioni di Vignali con l’addetto stampa. Insomma, la solita solfa politica, ma il fatto è degno di nota. Già al lancio di Facebook, tre anni fa , lo strumento risultava adulterato. Un sondaggio dell’“Espresso” tra i sui lettori, pubblicato il 21 maggio 2010, che incoronò Vendola uomo nuovo della sinistra, risultò adulterato dai concorrenti perdenti. Il senatore Adinolfi, Pd, rivelò truccate molte preferenze, nel senso che partivano da un solo computer, identificabile per il suo o stesso Ip, il codice “personale” di ogni computer. O da pochi computer, probabilmente, argomentava Adinolfi, un piccolo call center. Per Matteo Orfini, su 4.635 voti, 3.493 erano arrivati dallo stesso Ip. Per Matteo Renzi (8.373 voti), Giuseppe Civati (8.345) e Debora Serracchiani (7.627) due terzi dei voti risultavano arrivati da tre Ip – diversi per i tre candidati, è vero (ma uno era di Firenze, uno di Monza e la Serracchiani di Roma).
Usa – Si possono dire copia conforme dell’antico impero romano: campidogli, Legge, Senato, nazione. Non per caso: la Costituzione vi fu modellata. Dopo un periodo analogamente “romano”, l’emigrazione e il popolamento del semicontinente, sotto il blando legame coloniale, potendosi assimilare all’età repubblicana di Roma, l’età di formazione - le virtù repubblicane vi si condensarono: l’estremo individualismo e il senso della nazione, l’elettività di ogni carica, la verità come metro e coagulante sociale. Anche la storia in certo modo ne rifanno: le grandi battaglie consolari che sono le primarie, la guerra civile, John Brown ,lo Spartaco nero, gli assassinii degli “imperatori”, l’indifferenza religiosa.
Islam – Il governo turco di Erdogan, Partito islamico moderato, paga i contributi sociali per ogni donna assunta al lavoro. Per gli uomini per due anni, fino ai 29 anni. Il governo italiano ci pensa, in teoria – è giusto un’idea del barlascio Berlusconi.

Responsabilità oggettiva – La giustizia sportiva la configura diversamente a seconda del soggetto, nel caso della Juventus e nel caso del Napoli, a pochi mesi di distanza, da parte della stessa Corte di giustizia del calcio, composta dagli stessi uomini. Quattro mesi fa, meno, Sandulli, Mastrandrea & co. condannavano l’allenatore della Juventus Conte a dieci mesi, gli stessi che poi hanno detto assolutamente non colpevoli il Napoli e i suoi calciatori, la “responsabilità oggettiva” e “l’omessa denuncia” asserendo non ascrivibili. Con abbondanti riferimenti alla Costituzione: l’art. 52 (v.) e l’art. 2.

La giustizia sportiva non è una cosa poco seria, come si sarebbe portati a credere. Decide i destini di migliaia di persone e muove interessi di miliardi. Ed è essa stessa, seppure in mano ai Sandulli jr., presidiati dai profeti del diritto made in Italy, del diritto d fatto: Borrelli, Capotosti, Mirabelli. Della “responsabilità oggettiva”, certamente incostituzionale, sono campioni dunque i profeti contemporanei del diritto made in Italy.
Con irritualità – chiamano irritualità i cronisti giudiziari i delitti dei giudici. Nei processi alla Fiat vent’anni fa si applicava a tutti i manager, ma non al’Avvocato Agnelli, anche se senza di lui nulla si muoveva alla Fiat. Con qualche dubbio su Umberto, ma mai sull’Avvocato. Dubbio peraltro che si riteneva insinuato da Romiti. In un caso arrivando – la vendetta di Umberto – arrivando fino allo stesso Romiti, ma per rientrare subito, dopo la deplorazione di Cuccia, del “Sole” e del “Corriere”.
Lo stesso per il Pci, i suoi segretari, politici e amministrativi. Che era invece il partito del centralismo democratico, con una gerarchia di tipo militare. Con dirigenti che si muovevano disinvoltamente sui conti svizzeri delle tangenti russe. Non denunciati, è vero, dalla Svizzera, perché la Russia ex sovietica era sempre il migliore cliente. Ma derubricati subito dallo stesso Borrelli a impiegati di concetto.
Questa è una novità totale nel diritto:  abbiamo avuto in Mani Pulite impiegati di concetto con piena firma, anzi perfino con delega sui conti cifrati in Svizzera. Oggettivamente era invece colpevole di tutto Craxi. La responsabilità oggettiva made in Italy è dunque elastica. Sarà stata la maggiore innovazione di Borrelli, Capotosti, Mirabelli.


Lo scarso senso individuale della vita: si muore senza scandalo. In guerra e in pace.

La verità vi è assoluta. Per l’individuo (coppia, carriera) come per la società (giustizia). Il senso del diritto è tutto, che a un europeo suona ridicolo, in un paese dove l’uso delle armi è libero e il numero dei reati di sangue proporzionalmente il più alto al mondo. Il ridicolo l’europeo rovescia sugli Usa già alla frontiera, dove la polizia gli pone quesiti scritti del tipo: “Hai mai rubato?”“Sei una prostituta?” La cui ragione invece è semplice: i reati di sangue sono statali, si può uccidere in uno stato che ha la pena di morte e salvarsi a New York che non ce l’ha, mentre il falso è reato federale, e basta per il carcere ovunque.

Da un secolo ormai, dalla guerra alla Spagna, gli Usa fanno guerre non per rivendicazioni territoriali, o per occupare giacimenti e miniere, o procurarsi schiavi, ma per un’idea del mondo.
Da uniformare secondo le proprie regole. Un imperialismo nudo e crudo.
Hanno indigato la violenza dell’America Latina, forse per sempre, indirizzandone le “vene aperte” verso attività costruttivi, in Brasile, in Colombia, in Perù. Per modernizzare il mondo arabo, mezzo secolo gli hanno imposto i generali, ora vogliono dei regimi eletti. Hanno reso la Russia a se stessa – forse non volendo. Hanno aperto la remota e segregata Cina, di nuovo, ma senza l’oppio e senza le cannoniere.

È il senso forte del diritto che permea l’impero americano. In capo ai senati, i campidogli, le cariche elettive e la cittadinanza che fecero grande Roma, contro la “terra e sangue”, che ha perduto l’Europa. Gli Usa sono il più civile, ordinato, irresistibile impero dopo i romani, che anch’essi erano avvocati e avevano a casa una repubblica. L’America ci sarà arrivata coi campidogli e i Cincinnati sparsi per il paese, per il potere pedagogico dei monumenti. Kissinger è un discreto Cicerone, benché non abbia oratoria, Kennedy un piccolo Cesare. Nixon uno dei tribuni che venivano immolati alla pubblica virtù.
Ma di un diritto anteriore al diritto dei popoli, di natura semiprivatistica: il diritto è essere americano. Jefferson, scrivendo la vita di Gesù, espunse tutto ciò che non gli corrispondeva, non corrispondeva al vero Gesù.

astolfo@antiit.eu

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