“Reencuentro” è fatto anch’esso di
conversazioni, ma più professorali (pieno anch’esso di refusi, e allora è proprio Borges
che vuole l’alfabeto indisciplinato…). Osvaldo Ferrari gli propone settimanalmente
un tema: la scrittura, la causalità, la letteratura fantastica, l’amicizia, la
letteratura. E gli autori amati, Stevenson, Valéry, Wilde, G.B.Shaw, Emerson, Cristo,
Yeats, qui eccezionalmente anche Pascal e – in negativo – san Tommaso e
Sherlock Holmes.
Le due pubblicazioni in contemporanea
confermano che Borges si gusta meglio al tratto breve, come lui stesso sapeva –
come il suo Schopenhauer. Lettore compulsivo benché selettivo – dal suo indice
di nomi si ergono monumentali esclusioni: Proust, Freud (una sola citazione,
“l’interpretazione oscena delle cose”), i romanzieri russi, i tedeschi tutti,
antichi e moderni – è sempre un moltiplicatore avvincente della lettura stessa.
Per l’argomentare semplice, aneddotico, spiritoso – alla Schopenhauer quando
non si vuole sistematico, e senza le arrabbiature.
Jorge Luis Borges, Non c’è nessuno allo specchio, Mimesis, pp. 55 € 3,90
Reencuentro, Bompiani, pp.
230 € 10.90
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