Il giornale della Confindustria non dice
nemmeno che Monti si è piegato al diktat capriccioso della Germania. Il punto
di scontro del governo tedesco con Berlusconi, che ha portato Angela Merkel a
chiedere a Napolitano la testa di Berlusconi. Il “piattino” preparato per
l’Italia al famoso vertice del 22-23 ottobre a Bruxelles da Angela Merkel,
spalleggiata da Sarkozy, era un taglio annuo del trentesimo del debito, allora
50 miliardi l’anno. Berlusconi sostenne che il debito va calcolato sul pil
reale, comprensivo dell’economia sommersa, e sullo stato patrimoniale del
paese, come per ogni azienda, e minacciando il veto impedì che il “piattino”
fosse propinato. Merkel poi si esibì con Sarkozy nella famosa scena alla Stanlio
e Ollio davanti ai media: una vendetta che propiziò comunque il crollo dell’Italia.
La Confindustria di Monti-Montezemolo già brinda
brilla? Ubriaca prima ancora di stappare. Alle elezioni mancano quaranta
giorni. Nessun cenno sul giornale della
Confindustria alle miriadi di imprese senza commesse, senza credito in banca, e
con crediti inesigibili. Cioè alla recessione. C’è la recessione più grave
della Repubblica, più del 1974-75, più del 1980, del primo e del secondo shock
petrolifero, e al giornale degli imprenditori non gliene frega nulla. Giusto
qualche poltrona. La riforma del governo? Le tasse? Le morosità? La politica europea?
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